Il Campidoglio punta a promuovere l’immagine di Roma in Cina. Per farlo la giunta capitolina guidata da Virginia Raggi ha intenzione di affidarsi a WeChat, la piattaforma ideata da Tencent, oggi l’applicazione più diffusa nella Repubblica popolare con oltre 900 milioni di utenti. Il dipartimento Turismo, formazione professionale e lavoro del Comune di Roma ha quindi lanciato un’indagine di mercato per trovare operatori capaci di generare contenuti in grado di aprire la città al mondo cinese.
Il flusso di turisti cinesi verso la penisola è raddoppiato tra il 2010 e il 2015 fino a raggiungere quota di 137 milioni di viaggi intercontinentali. Nel prossimo biennio tale numero potrebbe salire a 160 milioni .
Come emerso in un recente incontro dell’Osservatorio innovazione digitale de turismo, l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei nell’intercettare le esigenze e le richieste dei viaggiatori cinesi, sempre più consumatori con un elevata capacità di spesa, sui livelli occidentali.
Cambia anche il profilo del viaggiatore che parte dalla Cina. Mentre è costante il numero di quanti si muovo con viaggi organizzati, spostandosi in tour spesso toccando più Paesi in quello che spesso è il viaggio della vita, sono in aumento i turisti individuali, che vivono il viaggio come un esperienza più rilassante.
Da tempo lo stesso scalo romano di Fiumicino si propone come porta per e dalla Cina. Nel 2018 al Leonardo Da Vinci sono sbarcati 760mila passeggeri cinesi. La sfida è fare in modo che aumenti il periodo di permanenza in città.
Intercettare i flussi turistici cinesi, “in ragione, tra l’altro della elevata capacità di spesa che li contraddistingue, costituisce dunque, un’opportunità che la Capitale ha l’interesse e il dovere pubblico di intercettare”, si legge nell’avviso pubblicato il 28 gennaio dal Campidoglio. “Entrare in contatto con il consumatore cinese in WeChat è un percorso di elezione che anche il brand Roma deve necessariamente percorrere, sfruttando il maggior tasso di ascolto garantito su tale piattaforma rispetto alla normale navigazione web per attirare ll’attenzione dei consumatori cinesi, facendoli diventare propri follone e avviando contatti one-to-one”
Per farlo propone ai possibili operatori un contratto di 18 mesi da 40mila euro, per pianificare una strategia che valorizzi i percorsi turistici anche su siti e musei meno visitati nonché notizie e di pubblica utilità.