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Tencent per il 2020 punta soprattutto sulla musica in streaming

La piattaforma cinese attiva nei videogiochi, nei servizi cloud per le imprese, nella messaggistica con WeChat (oltre 900 milioni di utenti al giorno) e nei pagamenti mobile, ha acquisito per 3 miliardi di euro il 10% di Universal Music Group dai francesi di Vivendi. Il gruppo, già azionista al 7,5% di Spotify, farà leva sullo streaming per aumentare i ricavi sul mercato domestico cinese


02/01/2020 11:14

di Andrea Secchi - Class Editori

Ma
Ma Huateng, detto anche Pony Ma, co-fondatore e ceo di Tencent

 

Il colosso cinese del digitale Tencent, guidato da Ma Huteng, co-fondatore e accreditato come l'uomo più ricco in Cina, ha acquisito, l'ultimo giorno dell'anno scorso, il 10% di Universal Music Group, messo in vendita da Vivendi, il gruppo multimediale francese che aveva deciso da tempo di cedere fino al 50% della partecipazione. L’intera società è stata valutata 30 miliardi di euro, quindi l'operazione di Tencent ha un valore di circa 3 miliardi.

Tencent è capofila, attraverso Tencent Music Entertainment, di un consorzio che raggruppa anche investitori internazionali fra i quali, secondo Reuters, c’è anche il fondo sovrano del Qatar. Per i cinesi, però, si tratta di una mossa importante: attivo nei videogiochi, nei servizi cloud per le imprese, nella messaggistica dove  raggiunge oltre 900 milioni di utenti al giorno con WeChat, e nei pagamenti mobile, Tencent potrà diversificare ulteriormente la sua attività.

La musica per il colosso cinese potrebbe essere la chiave per accrescere i ricavi consumer in madrepatria che si prevede diventerà il maggiore mercato al mondo per il settore nonostante oggi gli abbonamenti ai servizi di streaming generino ben pochi risultati. Tra l’altro Tencent è anche socio di Spotify con un 7,5% (dovuto a uno scambio azionario) e già dal 2017 ha stretto una serie di accordi con major discografiche per portarne i cataloghi in Cina.

L’operazione sarà soggetta all’approvazione delle autorità regolamentari ma è solo un primo passo. Entro il 15 gennaio del 2021, infatti, Tencent potrebbe acquisire un’ulteriore quota del 10% di Universal, raddoppiando la propria presenza e quella degli altri investitori associati. Da subito, però, seguirà un secondo accordo con il gruppo entrerà con una quota di minoranza nella sussidiaria cinese di Umg.

Già ad agosto Vivendi aveva annunciato di avere avviato trattative riservate con Tencent. Prima ancora, a luglio del 2018, il gruppo controllato da Vincent Bollorè aveva reso noto di aver incaricato nove banche per trovare possibili investitori a cui cedere fino alla metà delle azioni di Universal Music. La mancanza di accordi concreti aveva però fatto capire quanto le richiesto fossero distanti dalle offerte dei pretendenti.

Già i 30 miliardi di euro di valutazione di Tencent, comunque, sono molto alti, rappresentando 30 volte il margine operativo lordo e 3/4 volte il valore riconosciuto al gruppo nel momento dell’ingresso di Bollorè nel 2014. Sulla base di questo risultato ora il gruppo francese è deciso a vendere ulteriori quote di minoranza di Umg.

I vantaggi dell’operazione sono ovviamente reciproci. In una dichiarazione congiunta i due gruppi hanno dichiarato: «Vivendi è molto contenta dell’arrivo di Tencent e dei suoi coinvestitori. Consentiranno a Umg di svilupparsi ulteriormente nel mercato asiatico», mentre «Tencent e i membri del consorzio sono entusiasti di supportare la crescita di Umg attraverso questo investimento. Insieme a Vivendi, Tencent e Tme lavoreranno per ampliare le opportunità per gli artisti e per arricchire le esperienze degli appassionati di musica, promuovendo ulteriormente un fiorente settore della musica e dell’intrattenimento».

Vivendi con questa e future vendite, potrà ridurre il proprio indebitamento salito negli ultimi anni a causa dei notevoli investimenti in diversi campi, dei quali quelli in Italia (Mediaset, Tim) sono solo una parte.© Riproduzione riservata


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