È stata presentata una richiesta di liquidazione a Hong Kong contro il gruppo immobiliare cinese Evergrande. A depositarla è stato il fondo di investimento Top Shine Global, con sede a Samoa. A marzo 2021 aveva pagato l'equivalente di 95,6 milioni di dollari per lo 0,46% di Fangchebao, un marketplace online per immobili e auto facente parte del gruppo Evergrande, in vista della quotazione in borsa della società: se l'ipo non si fosse materializzata entro l'8 aprile di quest'anno, il colosso immobiliare avrebbe dovuto ricomprare le azioni pagando un premio del 15% per un totale di circa 110 milioni di dollari.
Il riacquisto non è ancora avvenuto poiché nel frattempo è subentrata la crisi finanziaria di Evergrande, zavorrata da 300 miliardi di dollari di passività e con il debito estero considerato inadempiente dalle agenzie di rating per non aver rispettato obblighi di pagamento alla fine dello scorso anno. Si tratta della prima richiesta di liquidazione avanzata contro Evergrande, la quale ha già dichiarato che si opporrà "vigorosamente" presentando ricorso.
Evergrande, a luglio il piano di ristrutturazione
Secondo i documenti dell'Alta Corte di Hong Kong, la prima udienza sulla liquidazione dovrebbe tenersi il prossimo 31 agosto. Top Shine Global, riconducibile all'imprenditore Lin Ho Man, è tra i creditori di Evergrande che guardano con interesse al piano di ristrutturazione la cui prima bozza dovrebbe essere presentata entro luglio. A febbraio il gruppo ha venduto asset per 337 milioni di dollari a società di proprietà statale nel tentativo del governo cinese di calmare le preoccupazioni del mercato su un possibile collasso della società.
Ritorno alla quotazione entro il settembre 2023
Le negoziazioni delle azioni di Evergrande sono sospese dallo scorso 21 marzo, quando la società non è stata in grado di pubblicare i suoi risultati finanziari in tempo e la sua controllata Evergrande Property Services ha comunicato che "banche rilevanti" hanno preso il controllo di 13,4 miliardi di yuan (2 miliardi di dollari) da quelli che la società definisce depositi bancari offerti "come cauzione su garanzie di pegno di terze parti". Il colosso immobiliare ha tempo fino al 20 settembre 2023 per tornare alla quotazione: dovrà soddisfare una serie di condizioni tra cui la pubblicazione di un'indagine indipendente sulla controllata relativa ai servizi immobiliari e la dimostrazione di disporre di risorse sufficienti per operare sul mercato. (riproduzione riservata)