MENU
Azienda Servizi

Apre il Vado Gateway, terminal per rilanciare l'Italia dei porti

È l'infrastruttura chiave per intercettare i flussi commerciali sulla Via della Seta marittima tra Oriente e Occidente. Sarà a regine a metà 2020 e potrà movimentare fino a 900 mila teu all’anno. Ma perché possa essere davvero efficiente occorre che siano pienamente funzionanti i collegamenti stradali e su ferro verso la Pianura Padana e i mercati del centro Europa


13/12/2019 10:57

di Nicola Capuzzo - Class Editori

vado
Il rendering del progetto del nuovo terminal di Vado Ligure inaugurato ieri

A Vado Ligure (Savona) è stato inaugurato ieri Vado Gateway, il nuovo terminal container partecipato al 50,1% da Apm Terminals, al 40% dalla cinese Cosco Shipping Ports e al 9,9% da Qingdao Port International. Si tratta della più moderna infrastruttura portuale realizzata in Italia da almeno un paio di decenni a questa parte e va a completare un investimento complessivo di circa 450 milioni di euro, di cui 180 milioni da parte di Apm Terminals, 43 dei quali in project financing. Il committente dell’opera è l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, che ora ne ha affidato la gestione proprio ad Apm per i prossimi 50 anni.

L’avvio in concreto dell’attività avrà luogo entro i primi due mesi del 2020, inizialmente su una prima parte di banchina di 450 metri, ma già dal luglio prossimo si potranno sfruttare tutti i 700 metri che compongono l’infrastruttura. Con fondali a filo banchina di 17,25 metri e un’altezza di ben 4,5 metri sopra il livello del mare, Vado Gateway potrà accogliere e operare senza limitazioni anche le grandi navi portacontainer di ultima generazione se e quando arriveranno nel Nord Tirreno.

La nuova infrastruttura punta a servire, Vado Gateway collegherà i mercati di Nord Italia, Svizzera, Germania e Francia nord-orientale con il resto del mondo. Due sono le linee marittime di Maersk Line, compagnia di navigazione parte del gruppo Ap Moller Maersk così come Apm Terminal, che già da febbraio 2020 arriveranno a Vado Ligure: la prima è il servizio ME2, che collega il Mediterraneo con Medio Oriente e India, e la seconda il servizio MMX, che collega il Mediterraneo col Canada. Le due linee regolari finora scalavano rispettivamente il terminal Sech di Genova e il Lsct di La Spezia.

La capacità di Vado Gateway a regime sarà di circa 900 mila teu all’anno, che uniti ai 250 mila del vicino (e controllato) Reefer Terminal faranno del terminal un porto in grado di superare il milione di teu complessivi all’anno. Dal punto di vista occupazionale saranno circa 390 gli impiegati, di cui 240 a Vado Gateway e 150 a Reefer Terminal. A fine 2020, quando il completamento del terminal sarà pienamente realizzato, gli occupati saliranno a circa 300.

In vista dell’entrata in servizio della nuova infrastruttura, l’amministratore delegato di Apm Terminals Vado Ligure, Paolo Cornetto, non ha celato alcune «preoccupazioni per la situazione degli assi autostradali che collegano il porto al Nord Italia». Il riferimento nello specifico è alle autostrade A26, A6 e A10 da alcune settimane alle prese con lavori e interventi straordinari che ne limitano la capacità. «Mi auguro che non si esaurisca la grande determinazione di tutte le istituzioni che ci ha consentito di arrivare a questo giorno: Vado Gateway dovrà poter contare su infrastrutture efficienti per poter esprimere tutto il suo potenziale nei prossimi anni», ha sottolineato Cornetto.

«Grazie a un lavoro lungo 15 anni oggi il porto di Vado Ligure può vantare il terminal container più avanzato per tecnologia nel Mediterraneo,» ha sottolineato Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e del Porto di Genova, «in vista dell’apertura commerciale e della piena operatività del terminal siamo tutti impegnati ad assicurare l’integrazione del Vado Gateway con la rete di trasporto autostradale e ferroviaria nazionale. Questa è la sfida chiave perché i nostri porti e i nostri operatori possano mettere a frutto tutto il loro potenziale al servizio dell’economia del nostro Paese e dell’Europa», ha concluso. 

Salvatore Margiotta senatore e sottosegretario al Ministero dei trasporti, ha aggiunto: «La scelta del project financing compiuta nel 2005 si è rivelata efficace, e sia pur con tempi italiani un po’ troppo lunghi, la struttura è diventata realtà. Mi piace sottolineare che, caso raro, il contributo pubblico si è ridotto da 300 a 270 milioni. Non si poteva inoltre immaginare un terminal senza una forte componente ferroviaria, e per questo l’atto di concessione del 2008 impone l’uso della modalità ferroviaria per il 40% del volume movimentato. L’RTI che lo gestisce - Serfer e Trenitalia Cargo - se ne farà carico assicurando un servizio all’altezza della sfida».

Per quanto riguarda il trasporto su gomma, resta ancora da realizzare il casello autostradale di Bossarino. «Autostrade dei fiori ne sta completando la progettazione definitiva con l’obiettivo di arrivare entro la fine 2020 all’appalto dell’opera. Il Governo farà la sua parte di stimolo, di controllo e vigilanza affinché l’obiettivo sia colto nel più breve tempo possibile», si è impegnato Margiotta. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi