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Castagner (distillati), Cina e Giappone mercati del futuro

Per il mastro distillatore più premiato d’Italia e guida dell’azienda, il mondo asiatico sarà la vera novità dei prossimi anni per i prodotti più tipici del made in Italy come le grappe. La sua azienda, 12 milioni di fatturato, nell'ultimo periodo ha triplicato le vendite su internet e quintuplicato l'export


15/12/2020 13:35

di Alessandro Bozzi Valenti - Class Editori

settimanale
Roberto Castagner, mastro distillatore pluripremiato

In cinque anni ha quadruplicato i volumi di export e, nell’ultimo periodo, triplicato le vendite via internet. Oggi è pronta a conquistare sempre di più i mercati asiatici, quelli del Dragone e del Sol Levante in primis. Si tratta della distilleria trevigiana Castagner, azienda con sede a Visnà di Vazzola, alle pendici delle colline del Prosecco, patrimonio Unesco.

Una realtà che ha fatto della capacità di diversificare prodotti e canali di vendita, adattandoli ad un pubblico esigente e legato alla tradizione ma allo stesso tempo vocato alla novità e ad un budget non eccessivo, nonché della costante ricerca del top dei parametri qualitativi, il proprio mantra indiscusso. A maggior ragione nell’era Covid.

«Cinque anni fa esportavamo il 5% oggi, invece, il nostro export raggiunge il 20% del fatturato aziendale. Ma, possiamo arrivare anche al 30 e al 40%. I mercati più interessanti? Il mondo asiatico in primis: ritengo sarà la vera novità dei prossimi anni. Giappone e Cina per primi, Paesi che hanno già i propri distillati ma che sono alla ricerca di prodotti nuovi, di fascia medio-alta» ha spiegato Roberto Castagner, mastro distillatore più premiato d’Italia e guida dell’azienda.

«Il nostro riferimento deve essere il cognac francese, prodotto che fa il 90% di export» sottolinea, «serve andare a cercare quei mercati più ricchi, dove il made in Italy è apprezzato. E ciò va fatto in maniera fortemente connessa con il mondo del vino, Prosecco in particolare. Packaging, qualità e bellezza, facendo rete tra aziende con obiettivi comuni, in particolare per l’export, saranno i fattori vincenti». 

«Le piccole e medie dimensioni non aiutano, unirsi sempre di più in un’ottica di cooperazione farà la differenza. I nostri giovani ne sono consapevoli» chiude Castagner, «su questo fronte arriveranno nuovi posti di lavoro, rivolti a giovani ben formati e capaci di diventare dei veri e propri ambasciatori del made in Italy. Servirà ovviamente oltre alla voglia di studiare anche quella di spostarsi in giro per il mondo. Questa grande crisi segnerà uno spartiacque e per questo, sempre di più, le aziende devono puntare a ringiovanirsi e a rafforzarsi». 

Il marchio Castagner, che conta sul lavoro di circa 40 dipendenti, chiuderà il bilancio 2020 a quota 12,5 milioni di euro, cifra che per l’azienda trevigiana significa un -8% rispetto allo scorso anno, mentre il settore a cui fa riferimento, quello di liquori e distillati, ha perso circa il 30% a causa del Covid.

«Nel 2021 prevediamo ricavi in crescita del 10%: contiamo quindi di tornare ad un fatturato di 14 milioni di euro, recuperando le perdite in circa un anno e mezzo di tempo. Ciò avverrà solo se saremo veloci a ripartire e se ci confermeremo più vicini possibile al mercato e alle sue esigenze. Intanto dobbiamo affrontare ancora a testa alta dei mesi difficili» sottolinea Castagner.

«Il mercato dell’Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café ndr.), tra i più segnati dalla pandemia, valeva il 40% dell’intero comparto. Noi siamo riusciti a ridurre le perdite e a fare la nostra parte grazie alla velocità di gestione e alla flessibilità che ci hanno sempre contraddistinto: il fatto di produrre in casa tutto quello che portiamo sul mercato e la possibilità di diversificare i nostri prodotti sono stati due aspetti fondamentali. Non a caso, concretamente, siamo stati tra i primi a convertire la nostra distilleria per produrre alcool - la cui richiesta di mercato è decuplicata rispetto al pre-Covid - e gel igienizzante. E ora, dopo aver visto l’e-commerce triplicare i volumi, non ci resta che farci trovare sul pezzo nei mercati già in buona parte ripartiti, quali Germania ed Austria».

Caratteristiche, quelle di Castagner, che se negli ultimi mesi sono state applicate insomma all’emergenza economica legata alla pandemia, non mancando di lanciare nuovi prodotti d’eccellenza come la grappa invecchiata in solo legno di ciliegio, fino a poco tempo fa avevano comunque fatto segnare all’azienda un cambio di passo.

«Negli ultimi anni siamo riusciti ad interpretare la ridotta capacità di spesa del consumatore, puntando su formati più economici e implementando il canale della grande distribuzione con prodotti di una fascia di prezzo medio: nel momento in cui il mercato è andato in sofferenza eravamo già presenti con prodotti competitivi» aggiunge Castagner, «la chiave di svolta è stata una sola: la possibilità di decidere in fretta , non prendendo paura di fronte alle crisi ma anzi cercando di essere repentini nel riproporci sul mercato». Anche per questo l’azienda Castagner non ha mancato di definirsi una startup della grappa. Che tuttavia punta a mercati nuovi e significativi. Roberto Castagner, a riguardo, forte di una rete di distributori che tocca tutto il pianeta, ha molto da dire.

Castagner ha già iniziato a farlo. Dal momento che al capostipite si affiancano in azienda anche nipote e figlie. E oltre a visione e strategie per affrontare le nuove sfide dei mercati, si trasmette passione. (riproduzione riservata)


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