Porta il nome della coppia di fuorilegge (Bonnie Parker e Clyde Barrow) che nel periodo della grande depressione del secolo scorso cominciarono a mettere a segno colpi memorabili negli Stati Uniti, diventando un marchio grazie alla trasposizione cinematografica. Ma oggi Bonnie & Clyde (B&C) in Cina vuole essere sinonimo di una nuova catena di bellezza che fa breccia sul mercato.
L'idea è di offrire ai viaggiatori cinesi costretti a casa dalla pandemia marchi di nicchia, difficili da trovare, di provenienza europea. Alla base del format servizi premium in negozio e acquisti omnicanali con consegna entro 4 ore che la piattaforma, che si definisce una «gifting luxury company» predispone inviando prodotti a casa in prova e facendo proprio il detto «try online, buy offline», ovvero prova sulla rete e acquista in negozio.
Dietro all'insegna emersa negli ultimi mesi ed entrata nei centri commerciali di lusso a Shanghai, con due negozi all'Hkri Taikoo Hui e al Jing'an Kerry Center c'è Ushopal, un acceleratore di marchi responsabile di aver portato da zero a megabrand, in Cina, etichette da noi considerate per tutti i giorni come Aveeno e Caudalie: la società è specializzata nell'apertura di pop-up shop e nella promozione contemporanea sui siti, da Tmall a JD. Ora punta ai «nuovi consumatori» che prima della pandemia risiedevano all'estero e grazie a una vita con la valigia in mano acquistavano marchi alternativi.
A loro è rivolta l'offerta fatta principalmente di brand indipendenti, che rispetto alle linee di lusso dei conglomerati cosmetici che operano in Cina sono ora visti come più attraenti dai residenti anche grazie ai test e alla promozione da parte di influencer locali e opinion leader.
«La selezione dei marchi è uno degli aspetti più critici per fornire la migliore esperienza al consumatore», ha spiegato dalle colonne di Jing Daily, William Lau, ceo di Bonnie & Clyde, «per essere incluso nella nostra piattaforma, un brand deve aver mostrato una storia pluriennale fatta di prodotti di qualità ed essere leader nella propria categoria. Inoltre, deve avere recensioni positive sia dagli influencer, sia dai consumatori».
B&C conta, tra i suoi marchi in esclusiva, Chantecaille, la spagnola Natura Bissé, Suqqu, la londinese 111Skin, Roos&Roos Paris, Alliance Naturale, Algologie, oltre a etichette di fragranze e prodotti di Juliette Has A Gun, fondatore il pronipote di Nina Ricci.
I marchi in portafoglio sono gestiti con una strategia omnicanale. Il che garantisce che promozioni e test omaggio durante eventi online come il Single's Day Shopping Festival (la festa per i single) su Tmall siano estesi ai clienti in negozio. Questo modello ibrido offre un'esperienza di consumo completa.
L'idea, come unico rivenditore offline dei marchi, è offrire una penetrazione chiave nella Grande Cina: secondo la banca d'affari Morgan Stanley, la quota di mercato della bellezza locale dovrebbe infatti crescere nell'ex Celeste Impero del 66% nei prossimi cinque anni, il che rappresenta un aumento delle vendite di circa 38 miliardi di dollari, quasi la metà di tutta la crescita globale del settore.
Dallo scoppio della pandemia intanto sono aumentati i punti deboli dei grandi player: riguardano spesso normative commerciali superabili solo online o acquisti in calo sulle piattaforme. Il gruppo ha trovato una soluzione accorciando il percorso tra i marchi e i consumatori, consentendo di provare tutti i prodotti in negozio e acquistarli online: vengono poi inviati entro quattro ore dove ha già aperto i primi punti fisici a Shanghai, arrivando spesso prima che il cliente sia tornato a casa.
Un altro fattore per il decollo dei marchi di nicchia è la convinzione che i megabrand globali mostrino segni di debolezza verso una cultura improntata ai localismi e agli ingredienti naturali. (riproduzione riservata)