L’emergenza sanitaria del coronavirus cinese sta pesantemente colpendo l’import-export di merci fra l’Italia e la Repubblica Popolare. Lo stop imposto o deciso dai vettori marittimi e aerei non lascia dubbi sul fatto che rispetto al trend passato gli scambi commerciali stanno subendo una grossa flessione, anche se numeri ufficiali ancora non ci sono.
Secondo Eurostat, nel 2018, ultimo anno per cui è disponibile il dato annuale, l’Italia aveva esportato in Cina beni per poco più di 13 miliardi di euro mentre le importazioni erano circa 31 miliardi. Nei primi nove mesi del 2019 l’export italiano verso il Dragone era stato pari a 9,43 miliardi di euro, in lieve calo, mentre l’import era cresciuto a 24,25 miliardi. Ora però la produzione cinese è rimasta bloccata per alcune settimane e gli effetti sul trasporto di merci anche con l’Italia è stato pesante.
«Nel porto di Genova la contrazione su gennaio è stata del 5% circa e ci sono state comunicate sette cancellazioni di servizi di trasporto marittimo di linea nei prossimi tre mesi sulla rotta Asia-Europa», ha detto Paolo Emilio Signorini, presidente dei porti di Genova e Savona. A febbraio il calo sarà notevolmente maggiore. «In prospettiva se l’epidemia è effettivamente controllata, sia dal punto di vista della pericolosità del virus sia del contagio e della diffusione, avremo un rallentamento dell’import/export di alcuni mesi, viceversa se il blocco nella produzione in Cina durasse per più tempo i danni sarebbero significativi».
Il presidente della port authority di Trieste, Zeno D’Agostino, a sua volta ha detto: «Degli accordi che abbiamo siglato con la China Communication Construction Company (Cccc) la componente che è andata più avanti è quella relativa allo sviluppo della filiera del vino in Cina. In questi giorni avremmo dovuto avere un incontro importante, il primo diretto tra produttori, commercianti e controparte cinese, ma è stato sospeso» a causa dell’emergenza coronavirus.
Secondo le prime stime dell’associazione Freight Leaders Council «la riduzione dei container potrebbe arrivare fino al 20% in porti come Genova e Salerno, per via dello stop delle partenze dalla Cina. Con ricadute dirette su tutta la catena logistica (spedizionieri, autotrasporto, magazzini) fino a mettere in sofferenza settori chiave per l’economia, quali l’automotive, l’elettronica e la produzione di macchinari altamente specializzati».
Lo stesso sta avvenendo per il trasporto aereo merci perché, nonostante Enac abbia rimosso il divieto a volare con la Cina per i voli cargo, in pratica solo una compagnia (Cathay Pacific) ha ripreso timidamente a fornire i propri collegamenti con Hong Kong.
Dall’Estremo Oriente arrivano in Italia, soprattutto via mare con traffico container, prodotti tessili e abbagliamento, computer e elettronica, macchinari e manufatti in plastica e metallo. Anche l’export, benché più contenuto, pone la Cina al quarto posto tra i nostri partner commerciali, soprattutto nel campo della chimica, farmaceutica, veicoli, mobili e abbigliamento. (riproduzione riservata)