Nuovo passo avanti dei porti dell'Alto Adriatico per diventare il terminal privilegiato dei flussi commerciali dall'Oriente verso il centro Europa sulle nuove Via della Seta marittime.
Il fatto nuovo è la mossa del gruppo cinese Cosco, un gigante dello shipping, a cui fa capo tra l'altro il porto greco del Pireo, per aggiudicarsi la costruzione e la gestione del secondo terminal container di Rijeka in Croazia.
Lo rivelano fonti di stampa locale, riprese da ShippingItaly.it, secondo le quali la gara indetta dalla port authority di Rijeka vedono un consorzio di imprese cinese in netto vantaggio rispetto alla cordata concorrente composta da Apm Terminals (al 51%) e dal partner locale Enna Logic.
In palio c’è il Zagreb Deep Sea Container Terminal la cui prima fase di lavori di infrastrutturazione sono già stati condotti e completati dal governo croato con il supporto della Banca Mondiale e della Commissione Europea mentre ora rimarranno da portare a termine altre strutture come binari ferroviari, magazzini, gru, ecc. L’area su cui sorgerà è di circa 20 ettari, la banchina lineari sarà lunga 680 metri e i fondali di -20 metri garantiranno l’accesso di navi portacontainer da oltre 14.000 Teu di capacità.
Secondo il giornale locale Jutarnji list il consorzio cinese composto da Ningbo Zhoushan Port Company Limited (al 70%), Tianjin Port Overseas Holding Limited (20%) e China Road and Bridge Corporation (10%) ha presentato un’offerta dove c’è scritto che i lavori verrebbero completati in 5 anni e la concessione annuale che il terminalista si dice pronto a pagare per l’infrastruttura è di 2 milioni di euro l’anno. Apm Terminals ed Enna Logic si sono impegnata invece a completare i lavori d’infrastrutturazione in 10 anni e a versare 1 milione di euro ogni anno per la concessione.
A Rijeka sta lavorando, tra l'altro, ila società di ingegneria italia, Dba Group, per la digitalizzazione delle attività legate al traffico dei container, con l'obiettivo di costruire una rete di monitoraggio delle merci in transito, con vantaggio degli spedizionieri e le dogane.
La port authority di Rijeka, scalo nel quale è già attivo l’Adriatic Gate Container Terminal controllato dal Gruppo Ictsi, prenderà una decisione definitiva a fine marzo e procederà a firmare il contratto per l’affidamento dei lavori e della concessione per la nuova banchina entro fine giugno.
Nel 2019 questo porto ha movimentato oltre 305mila container Teu, dunque un volume modesto di merce, ma l’interesse di Cosco e di Apm è rivolto sopratutto alle prospettive di sviluppo dei traffici attraverso questo gateway verso i mercati del Centro ed Est Europa. In questo i due scali di Rijeka e Trieste, distanti fra loro appena 100 kilometri, diventerebbero concorrenti diretti.
Non solo. Si sta delinenando anche un'altra battaglia, protagonisti gruppi cinesi.Infatti Il Porto di Trieste lavorerà con la China Communications Construction Company nello sviluppo di progetti pilota nelle aree di Guangzhou e di Jiangsu, nel retroterra dei porti di Shanghai, Ningbo e Shenzen.
Lo prevede un memorandum d'intesa siglato a Shanghai, in occasione della Fiera internazionale dell'import, lo scorso novembre tra il colosso cinese e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale. L'intesa rientra all'interno della cornice degli accordi firmati a Roma il 23 marzo scorso tra Cina e Italia secondo lo schena Via della Seta. Trieste e CCCC procedono quindi con la creazione di piattaforme logistico distributive collegate allo scalo giuliano.
Il memorandum, firmato dal presidente dell’Authority giuliana Zeno D’Agostino e da Wang Jingchun di CCCC, intende inoltre rafforzare il ruolo di tutte le strutture logistiche della regione portuale del Mare Adriatico Orientale. Per questo il gruppo cinese e il porto triestino collaboreranno anche per permettere l'attivazione nel territorio regionale da parte del gruppo cinese di uno o più magazzini.