Uniqlo, la principale catena di abbigliamento asiatica, punta a emergere dal trambusto causato dalla pandemia di coronavirus con un posizionamento migliore rispetto ai competitor occidentali, focalizzandosi sul mercato cinese e continuando a costruire punti vendita fisici.
In Cina, il retailer ha in programma di triplicare il numero di negozi, dagli attuali 800 a 3 mila. Nel mercato giapponese, la societa' intende invece innovare la sua rete per sposare al meglio meglio le sue offerte di commercio online e offline, ad esempio spostando i punti vendita in luoghi piu' densi e piu' convenienti, lasciando invariato il numero di negozi.
La catena, di proprieta' di Fast Retailing, vende abbigliamento casual a prezzi accessibili e sta attirando l'attenzione dei consumatori che lavorano da casa durante la pandemia. Il proprietario e ceo dell'azienda, Tadashi Yanai, ha riferito che la base clienti nelle citta' emergenti dell'Asia lasciano molto spazio alla crescita delle sue attivita'.
"Questo potrebbe finalmente essere il momento di svolta in cui si passa dall'era dell'Occidente all'era dell'Asia", ha riferito Yanai. "La nostra speranza e' quella di diventare la prima catena di abbigliamento al mondo".
Le rivali - la spagnola Inditex, che gestisce i punti vendita di Zara, e la svedese Hennes & Mauritz - hanno recentemente annunciato piani che prevedono migliaia di chiusure dei negozi, sebbene contino su una superficie commerciale superiore a quella di Uniqlo. Inditex intende chiudere il 12% dei suoi negozi, per un totale di circa 1.200 locali, mentre H&M ne chiudera' 250, il 5% del totale, e investira' nella digitalizzazione.
Fast Retailing ha ancora molto da fare per assicurarsi una presenza e-commerce. Secondo i dati di agosto 2019, le vendite online della catena rappresentavano solo l'11,6% del suo fatturato complessivo, un rischio per l'azienda, in particolare in un contesto segnato dal rapido cambiamento delle abitudini dei consumatori.
"Di fronte alla crisi, Uniqlo deve accelerare ulteriormente lo spostamento al digitale", ha commentato Radhika Singal, consulente moda e ricerca di Euromonitor International.
Un altro rischio e' rappresentato dall'intensificarsi delle tensioni commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti, che sono anche il principale alleato geopolitico del Giappone e il suo secondo partner commerciale.
Yanai, che si contende con il Ceo di SoftBank Masayoshi Son il titolo di uomo piu' ricco del Giappone, ha riferito che Fast Retailing e la nazione devono mantenere una posizione neutrale nel contrasto Usa-Cina. I due Paesi potrebbero chiedere al Giappone di prendere le parti di uno piuttosto che dell'altro, ma "dovremmo rifiutarci di prendere una posizione", ha aggiunto il Ceo.
Nel riconoscere l'importanza del digitale, il Ceo ha spiegato che l'azienda intende incrementare le vendite online al 30% del fatturato complessivo. Nonostante questo, la societa' ritiene fondamentale anche la presenza dei locali fisici, in quanto luoghi in cui i clienti possono vedere in prima persona le merci. (riproduzione riservata)