Raccogliendo la sfida delle nuove economie in forte crescita del sud-est asiatico, lo studio legale e tributario, GWA (Greatway Advisory Asia), fondato dall'avvocato bergamasco Giovanni Pisacane, si allarga in due capitali chiave di quell'area, Ho Chi Minh City e Bangkok.
In Vietnam e Thailandia ci saranno già dal prossimo mese due desk pronti ad aiutare le imprese italiane che vogliono espandersi in quei mercati. «In Vietnam un team locale di giovani avvocati e commercialisti è pronto a fornire servizi professionali altamente qualificati ai nostri clienti, affiancandoli per tutte le necessità legali e fiscali, come fatto per oltre 18 anni in Cina», ha spiegato Giovanni Pisacane managing partner e fondatore di GWA che ha personalmente curato l’apertura dell’ufficio di Ho Chi Minh.
«L’Asia è un mercato strategico per le imprese italiane ed in continua crescita, soprattutto in questo periodo in cui si stanno valutando riorganizzazioni delle risorse umane tra i manager espatriati, Bangkok può essere davvero una scelta vincente», ha sottolineato Daniele Zibetti, avvocato e co managing parter di GWA, che sarà invece responsabile dell’apertura del desk di Bangkok, come base funzionale da cui gestire l’Asia.
L'ufficio di Ho Ci Minh City verrà inaugurato il 19 novembre con una cena da “Da Vittorio Saigon”, per sottoilineare le radici fortemente italiane dello studio.
GWA ha incominciato l'attività a Shanghai nel 2004 e in questi quasi vent'anni si è conquistato una solida reputazione tra le imprese italiane nella Repubblica popolare, in particolare nella difesa nei tribunali cinesi, oltre all'ordinario contenzioso commerciale e nell'assistenza nelle pratiche di insediamento nelle zone speciali.
Nel 2019 GWA ha strappato una sentenza storica nella difesa della Bonaveri, fabbrica di manichini, contro un grande gruppo cinese nel fashion, la Shenzhen Ellassay Fashion Co. Ltd., condannata per avere dolosamente falsificato il copyright di una linea particolare di manichini prodotti dagli italiani.
La scelta di puntare ora sul Vietnam è stata dettata non solo dalla vicinanza strategica con la Cina e con gli altri Paesi del sud est asiatico, ma in particolare in questo ultimo periodo così turbolento tra post-Covid e tensioni geopolitiche, dalla continua crescita del suo prodotto interno lordo che lo sta posizionando come vera e propria potenziale locomotiva d’Asia.
«Nonostante un sistema normativo ancora piuttosto giovane e complesso, che richiede la massima cautela e supporto da parte di professionisti qualificati, il Vietnam rappresenta oggi una meta fondamentale anche per tutti quei gruppi italiani che vogliono espandersi o ristrutturarsi in Asia e cercano un’alternativa alla Cina grazie a costi più ridotti, minori tensioni e maggiore facilità per entrare ed uscire dal Paese», ha sottolineato Pisacane.
A differenza della Cina, infatti, il Vietnam ha tolto tutte le restrizioni in essere nel periodo Covid e oggi non ci sono limiti negli spostamenti e non è richiesto alcun visto per ingressi brevi nel Paese.
La Thailandia, con particolare riguardo a Bangkok, oltre alle potenzialità come mercato interno, può invece diventare un vero e proprio hub di risorse umane espatriate, che la usano come base da cui seguire i mercati APAC, grazie alla posizione strategica, alla facilità di spostamento e alla mancanza di restrizioni e difficoltà che negli ultimi anni hanno purtroppo caratterizzato la vita sia a Shanghai che ad Hong Kong, rendendole oggi basi meno appetibili per seguire e sviluppare i diversi mercati asiatici. (riproduzione riservata)