È durato poco più di una mezza giornata l'incubo per le principali piattaforme di e-commerce cinesi, AliExpress, Temu e Shein, che questa mattina si sono viste respingere dal servizio postale Usa i pacchi in arrivo da Cina e Hong Kong, compresi quelli sotto gli 800 dollari, che erano esenti da dazi statunitensi, perché considerati di piccolo valore.
Il servizio postale americano non ha fornito un motivo ufficiale della sospensione, che arriva dopo l’imposizione di dazi al 10% sulla Cina con la presidenza di Donald Trump e dopo la risposta analoga della Cina. Il servizio postale Usa ha scritto però in una nota che le lettere non saranno toccate.
Ore di frenetiche trattative hanno, tuttavia, scongiurato, per il momento, la minaccia. Infatti a metà giornata il servizio postale statunitense ha comunicato che ricomincerà ad accettare posta e pacchi in arrivo dalla Cina e da Hong Kong.
«L'Usps e la Customs and Border Protection stanno lavorando a stretto contatto per implementare un meccanismo di riscossione efficiente per i nuovi dazi cinesi, al fine di garantire la minima interruzione nella consegna dei pacchi», ha scritto l'agenzia in una nota sul suo sito web.
Le esenzioni fiscali sui prodotti di basso costo hanno permesso a oltre un miliardo di pacchi, di entrare negli Stati Uniti a prezzi bassi, ricercati dai consumatori a caccia di sconti su abbigliamento e prodotti per la casa. Lo stesso è accaduto in Europa, dove l’Ue sta meditando a sua volta di togliere i bonus ai pacchi in arrivo dalla Cina a basso costo.
Non è ancora chiaro, secondo fonti americane, se la sospensione della norma sui de minimis sia direttamente legata all'ordine esecutivo sui dazi.
Negli Usa gli esperti ritengono che in ogni caso da ora la consegna di pacchi internazionali sarà rallentata e il rischio è che ogni involucro dovrà essere sottoposto a esame da parte dei funzionari della US Customs and Border Protection. Si tratta dell'autorità che ha il diritto di aprire e ispezionare tutti i pacchi internazionali, anche se in pratica fino ad oggi questo procedimento non è stato messo in pratica in maniera così minuziosa.
La questione fiscale relativa alle merci nei circuiti dell'e-commerce globale sono all'attenzione delle autorità dei diversi mercati da mesi. L'amministrazione Biden aveva proposto, lo scorso settembre, di assoggettare a tassazione questa tipologia di spedizioni eliminando il concetto “de minimis shipment”, ovvero l’esonero fiscale sino al valore di 800 dollari.
L’Europa è su posizioni marginalmente più restrittive volendo definire in futuro una tassa per acquisti superiori a 150 euro con soglia di esenzione per importi inferiori. In particolare in Italia, per un problema di evasione di Iva su questa tipologia di attività si sta pensando a un deposito di 50.000 euro per coloro che operano nel settore.
Inoltre è stato posto in evidenza la questione della sicurezza dei prodotti il cui livello di non conformità con la normativa europea è aumentato del 50% nel 2023 in particolare per 3.400 prodotti. Il totale importato in Europa è stato fino al mese di novembre di 4 miliardi di pacchi, il triplo del 2022.
Questa controversia dovrebbe essere oggetto di discussione all’interno del Wto, l'Organizzazione mondiale per il commercio, ma trovare una conciliazione soddisfacente per le parti in causa appare praticamente impossibile, nella tempesta politico-economica di questi ultimi giorni. (riproduzione riservata)