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Il gioiello italiano catalizza l'attenzione alla Fiera di Hainan

E anche gli affari: nel 2023 l'export di gioielleria made in Italy è arrivato al record di 1,5 miliardi di euro, in crescita del 22%. Novanta gioielli esposti provenienti da 17 brand italiani, ognuno dei quali con la sua storia identitaria ma appartenti ai ben noti distretti di produzione: Valenza, Vicenza, Arezzo, Torre del Greco


23/04/2024 19:03

di Marco Leporati*

settimanale

Si è chiusa ad Haikou, capitale dell’ isola di Hainan, la quarta edizione della China International Consumer Products Expo, organizzata dal MOFCOM (Ministero del Commercio cinese) su impulso del Presidente Xi Jinping per riattivare  e promuovere le riforme economiche ed anche per cercare di incrementare i consumi interni che non decollano ancora.

La fiera dal tema aperturista “Share open opportunities, co-create a Better life” sintesi di una disponibilità verso l’esterno e di uno sviluppo interno (mantra che riprende l’edizione dell’Expo di Shanghai del 2010) ha visto quest’anno la presenza di 4.000 brand provenienti da 71 Paesi disposti, su di un’area espositiva 128.000 mq, che hanno catalizzato l'attenzione di 480.000 visitatori.

L’isola di Hainan, abilitata qualche anno fa a porto franco ovvero Free Trade zone con ampie facilitazioni per investimenti e commercio quasi a volersi porre quale antagonista di Hong Kong e Singapore, sta ritrovando vitalità nel dopo Covid e questa fiera ne è stata la conferma.

L’Italia era presente con un padiglione istituzionale  dell’ICE-Agenzia realizzato con il supporto del Consolato di Guangzhou in collaborazione con Trendivion Jewellery e l’Osservatorio indipendente di IEG ed un padiglione commerciale a cura della Camera di Commercio Italiana in Cina.

Il padiglione ICE ha focalizzato i contenuti con una mostra curata da Paola De Luca, direttore creativo e co-fondatrice di Trendvision Jewellery, dal titolo ambizioso: Preservation. Novanta gioielli esposti provenienti da 17 brand italiani, ognuno dei quali con la sua storia identitaria ma appartenti ai ben noti distretti di produzione: Valenza, Vicenza, Arezzo, Torre del Greco senza dimenticare Milano e Roma.

La mostra,  si è incardinata in un percorso didascalico suddiviso in quattro sezioni: People, Planet, Heritage e Future Legacy.People e Planet potrebbero ricondurci, facendoli precedere con Progress, alla teoria di Klaus Schwab che declina una visione del capitalismo degli stakeholder con assonanza comune se consideriamo la tipologia People quale rappresentazione della congiunzione ideale delle culture in un ambito sovranazionale, genesi di una forma di comunicazione  comprensibile universalmente.

Planet rappresenta una visione classica dell’uomo all’interno del mondo naturale come veniva interpretato dalla cultura greca e da Lucrezio nel suo De rerum natura. Heritage è la storia dell'Italia: possiamo ricordare i gioielli ed i monili etruschi oppure le preziosità in argento e oro di Morgantina, centro siciliano della Magna Grecia entrambe civiltà scomparse, per arrivare  ai giorni nostri. Vi è un aforisma di un anonimo che ben s’attaglia a motivare questo percorso: “ Ogni gioiello è una scultura in miniatura”.

Infatti nella plurisecolare tradizione italiana la scelta dei materiali  e la cura dei dettagli incluse le tecniche di fusione hanno permesso di creare opere d’arte ancora oggi ammirate nei musei e nelle fiere.

Presente e passato nella continuità per l’ingeniosità del futuro. Future Legacy, ovvero eredità futura cioè il lasciare come testimonianza il bello alle nuove generazioni  al fine di una loro comprensione e consapevolezza.

A questi concetti dobbiamo collegare l’aspetto economico. Massimiliano Tremiterra, direttore dell’Ufficio ICE di Guangzhou con una consolidata esperienza del mercato cinese, ha affermato che : «La Cina rappresenta un mercato importante con un alto potenziale per i prodotti di consumo italiani. I dati più recenti sulle esportazioni italiane di gioielleria verso la Cina, mel 2023, registrano un valore di oltre 1,5 miliardi di euro, al massimo livello mai registrato e con una crescita del 22% rispetto al periodo precedente».

A far da riscontro Paola de Luca  ha dichiarato che l’Expo di Hainan è di grande ispirazione e traccia le linee per il presente ed il futuro di un trading internazionale. Il padiglione italiano ha ricevuto il plauso unanime dei visitatori per la sua originalità ed eleganza e i media nazionali cinesi lo hanno presentato con grande rilevanza quale contributo al progressivo miglioramento delle relazioni istituzionali tra i due Paesi. 

Per il secondo anno consecutivo l'Italia ha ammaliato il pubblico cinese in un manifestazione a cui viene comunque attribuita una rilevanza nazionale. La bellezza, il fascino e l'innovazione del design della gioielleria italiana sono stati il fil rouge di apprezzamento e di avvio a trattative commerciali che, si spera, vadano a buon fine. (riproduzione riservata)

*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da 30 anni


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