Il format “cioccogelaterie” creato nel 2006 dalla piemontese Venchi crescerà a Hong Kong, Giappone, Cina e Taiwan. Nel 2021 saranno una ventina le nuove aperture tra Cina e Giappone.
L'offensiva orientale è stata aperta lo scorso novembre aJakarta nel Mall Plaza Indonesia, che ha significato l'ingresso del brand in Indonesia, poi il primo dicembre è stata la volta di altre due inaugurazioni: del dodicesimo punto vendita di Hong Kong nel centro commerciale Apm e del primo negozio a Taiwan, nel complesso Mitsukoshi A11, uno dei più prestigiosi Mall del paese.
Il 16 dicembre sarà la volta del Giappone, con la quarta cioccogelateria di Tokyo nel Mall Takashimaya a Shinjuku, il quartiere dello shopping e della ristorazione nell'area della stazione di Shinjuku, che vanta il maggior numero di passeggeri al mondo.
La Cina conterà invece le sue nuove cioccogelaterie a partire dal 20 dicembre, una a Suzhou e una a Guangzou. Una terza apertura è prevista per fine gennaio 2021 a Foshan. Infine sarà la volta degli Usa, con New York 1796 Broadway, seconda boutique Venchi nella Big Apple, nella prestigiosa zona di Columbus Circle.
«Il nostro business model è basato sulla crescita, la crescita finanzia la crescita, ne siamo convinti e stiamo proseguendo nel nostro piano industriale di investimenti all'estero», ha spiegato Daniele Ferrero, ceo di Venchi, «in questi mesi, inoltre, abbiamo implementato un progetto di digitalizzazione straordinario che supporterà l'intero sistema commercial».
Venchi dalla sua fondazione a Torino nel lontano 1878 ha fatto parecchia strada aprendo oltre 120 negozi sparsi in 70 Paesi. Nel 2019 il fatturato ha raggiunto l’obiettivo fissato: 100 milioni, con una crescita del +9% rispetto all’anno precedente e un margine operativo lordo del 22%. Il 2020 è stato più complesso: la previsione è di toccare i 115 milioni di ricavi, ma c’è spazio per ripartire. Ripartendo dalle competenze di mille dipendenti.
La Cina per Venchi è il secondo mercato con il 18% dei ricavi. Daniele Ferrero ha chiuso contratti per aprire nuovi punti vendita a Hong Kong, Shanghai, Shenzen. Il gruppo piemontese arriverà presto a oltre 36 negozi a fine 2021 in Cina, sei in più degli attuali (erano 24 a inizio 2019).
L’Asia sarà certamente il continente più importante con 42 punti vendita su un totale che l’anno prossimo salirà a 140.
«La Cina è esplosa, per l’industria alimentare italiana è un’occasione eccezionale. Chi non la coglie è un pazzo» conclude Daniele Ferrero.