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Sul vaccino anti-Covid si intrecciano nuove alleanze geopolitiche

Ai problemi della distribuzione nei paesi Brics e della Belt&Road initiative si sommano questioni logistiche legate al mantenimento della catena del freddo in tutti passaggi dalla produzione alla distribuzione finale. La Iata stima la necessità di 8 mila aerei ma si pèensa anche di far scendere in campo le compagnie del trasporto marittimo. I piani di Air China e China Eastern


19/11/2020 11:09

di Marco Leporati*

settimanale

Mentre le multinazionali farmaceutiche occidentali saranno in grado di lanciare a breve sul mercato, previa approvazione delle agenzie EMA e FDA, le diverse tipologie di vaccini per contrastare il Covid distribuendo in Europa e USA, la Cina ha richiesto l’approvazione governativa dei suoi vaccini mediante il canale gestito dal National Medical Products Administration per l'uso domestico e, per l’utilizzo in altri paesi, si è affidata alle compliances dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) attraverso quello che viene definito EUL (Emergency use licencing), una sorta di garanzia sull’efficacia del vaccino che comprende la terza fase di sperimentazione.

Infatti la Cina ha aderito alla piattaforma Covax, ideata da Bill Gates con la sua società no profit Gavi, alla partecipano l'associazione CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) e l’OMS. La funzione di Covax è stato uno degli argomenti di discussione  dell’incontro tra i membri Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) tenutosi l’altro ieri sotto la regia del presidente XI Jinping.

Si tratta infatti di regolamentare una situazione in cui a fronte di circa 200 metodiche di vaccini in fase di completamento includendo centri di ricerca russi, australiani e indiani, i maggiori paesi cercando di conquistare quote di mercato nei paesi dove non esiste alcuna soluzione scientifica e produttiva per far fronte alla pandemia globale. 

La situazione è complicata dal fatto che ai problemi di validazione dei test, si sommano gli interessi economici di gruppi multinazionali quotati in borsa,   alleanze geopolitiche e problemi correlati alle modalità di trasporto e a quelle di stoccaggio dei vaccini. E tutto si sta muovendo con incredibile rapidità.

In Cina, per esempio,  Sinovac, Biopharma, Bejing Istitute Biological Products, Wuhan Institute Biological Products  e Cansino Biological stanno correndo per la distribuzione sul territorio domestico ma anche per essere presenti nei paesi Brics, in quelli aderenti alla Belt and Road, in special modo nell’area Asean, tra i 14 paesi affacciati sull'oceano Pacifico, che nei giorni scorsi hano sottoscritto la Regional Comprehensive Economic Partnership (Recp).

Il caso delle Filippine,  uno dei 14 paesi, è emblematico. Da un lato la Pfeizer, uno dei tre produttori americani più avanti sul vacciuno anti-Covis,  sta tentando di entrare nel Paese facendo leva sui rapporti privilegiati, commerciali e politici, con gli Stati Uniti. Dall’altro la Cina che ha investito centinaia di milioni di dollari anche attraverso prestito statali, vuole essere in una posizione di dominio.

L’ostacolo che tutti temono è la condizione di garanzia del trasporto per il mantenimento dell’efficacia delle dosi di vaccino, per assicurare che la temperatura di trasporto e di stoccaggio entro sei mesi sia di 70 gradi centigradi negativi. Il che vuole dire che dall’origine, ovvero dal luogo di produzione sino ai magazzini di distribuzione, la filiera deve essere allineata nelle sue diverse articolazioni: il trasporto via camion fino all’areoporto più vicino, la conservazione in celle frigorifere in attesa del carico a bordo e delle procedure doganali, anche per spedizioni domestiche, il trasporto aereo, lo scarico  a destino nelle celle frigorifere areoportuali, la consegna nei magazzini centrali la futura distribuzione e l’utilizzo finale.

Va tenuto presente che il vaccino, a quanto finora si sa, deve esser somministrato due volte a distanza di ventuno giorni. A queste condizioni di temperatura il vaccino si conserva per sei mesi.

La IATA, qualche mese fa aveva stimato per il trasporto di 800 mila tonnellate di dosi di vaccino un numero impressionante di aereomobili (circa 8 mila) ma ora dopo la prima ondata per le emergenze sanitarie che verrà coperta dalle spedizioni aeree, probabilmente vi sarà l’intervento anche di alcune compagnie marittime del trasporto con container refrigerati.

Se questa strada verrà percorsa aumenteranno i colli di bottiglia esistenti in termini di numero di vuoti disponibili al momento della partenza nave. Tutto, infatti, è interconnesso: in questo giorni le ispezioni nei porti cinesi dei prodotti congelati comporta un ritardo nel rientro dei vuoti. Ma come si sta notando con noli maggiorati gli spazi di imbarco sono disponibili: forse questa sarà la strada per il trasporto via mare del vaccino.

Nel frattempo in Cina si stanno attrezzando per il traspporo del vaccino le due principali compagnie aeree Air China e China Eastern, sulle quali gli analisti di borsa scommettono ancora, nonostante la loro attuale capitalizzazione sia 15 volte superiore rispetto agli asset reali.  E' vero che traffico domestico passeggeri ha recuperato negli ultimi mesi dimostrando una robusta tenuta, ma rimane l’incognita delle rotte internazionali al momento limitate a pochi voli settimanali a seguito dei divieti imposti per la mobilità delle persone. Questi divieti, che coinvolgono 46 paesi, sono stati prorogati fino a marzo 2021. (riproduzione riservata)

*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni

 


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