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Via della Seta in digitale, Dba cabla anche il porto di Fiume

Il gruppo di ingegneria, specializzato nelle infrastrutture di rete, quotato all'Aim, ha firmato un accordo con l'Autorità Portuale per la realizzazione del sistema di Port Community (Pcs) del porto di Fiume in Croazia, allargando così la sua sfera di operatività in tutto l'Adriatico. Ciò consentirà di sviluppare concretamente l'infrastruttura telematica sui cui passerà la via della Seta digitale


17/04/2019 15:42

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

de bettin
Francesco De Bettin, presidente di Dba Group

Dba Group, società di Ingegneria e Ict che ha come obiettivo l'erogazione di servizi di Ingegneria Intelligente a supporto della gestione del ciclo di vita di infrastrutture singole o a rete, ha siglato, tramite la sua controllata Actual IT dd, un accordo con l'Autorità Portuale per la realizzazione del sistema di Port Community (Pcs) del porto di Fiume in Croazia.

Il valore della commessa è di circa 1 milione di euro per attivita' che dureranno 21 mesi nel corso dei quali sara' sviluppato e messo in produzione l'intero sistema informativo che consentira' a tutti gli operatori dello scalo croato di essere sempre connessi tra loro.

Con questa nuova commessa, il Gruppo Dba espande la propria area di azione in un altro scalo dell'Adriatico e a servizio della Belt And Road Initiative, realizzando concretamente l'infrastruttura telematica su cui passera' la Via della Seta digitale. Oltre ai due porti croati di Ploce e Fiume, i sistemi di Dba sono già presenti negli scali di Slovenia, Montenegro, Mar Caspio (Baku in Azerbaijan) e Italia.

«Un porto informatizzato è più competitivo e sicuro. Siamo lieti di aver vinto questo importante bando di gara con cui la Croazia intende iniziare un percorso virtuoso per la creazione di un unico sistema informatico che metta in rete tutti i suoi scali, iniziando proprio dal più rilevante, Fiume, che nel 2018 ha movimentato un traffico record di 13,4 milioni di tonnellate di merci in crescita del 6,3%,» ha commentato Francesco De bettin, èresidente del gruppo fondatoinsieme ai tre fratelli. 

«Riteniamo che la Via della Seta digitale, capace di rendere efficiente ed ottimizzare l'integrazione tra la sua versione terrestre e marittima, possa attrarre investimenti dell'ordine del 5-8% dell'investimento complessivo stanziato dalla Cina, e in quest'ottica stiamo partecipando anche ad alcuni bandi per installare i nostri sistemi nei porti del Mar Nero e consolidare ulteriormente la nostra presenza lungo la Via della Seta», ha spiegato ancora De Bettin.

Dba, quotata al mercato Aim, è nel settore engineering una delle realtà italiane più avanzate, perché in grado di operare  sulle reti di comunicazione fisiche e digitaliapplicando sisteni di connettività all'avanguardia che consentono di velocizzare, monitorare, controllare i flussi, siano essi dati o merci fisiche. In Italia è leader nell'informatizzazione del sistema portuale.

La società ha chiuso il 208 con un valore della produzione in crescita a 48,9 milioni di euro (+8,35%), ebitda adjusted a 4,80 milioni (-1,7%) e debiti per 9,69 milioni, con backlog di ordini, alla fine di marzo, a  oltre 47 milioni in crescita del +20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di cui circa il 50% fatturabile nell’esercizio in corso.

Dba è presente nei porti di Livorno, Trieste, Ancona, Genova, Bari, Taranto e all'estero in Slovenia, Croazia, Montenegro, Azerbaijan e Giordania. «Intendiamo proseguire con le attività di M&A negli ambiti di riferimento e con gli investimenti nella digitalizzazione delle infrastrutture lungo
la Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative)»i aveva dichiarato De Bettin presentando i risultati annuali.

Partendo dalla considerazione che gli scambi Europa-Oriente sono in forte accelerazione, via mare, per l’80%, e via terra, per il 15%, Dba punta a presidiare le stazioni di scambio delle merci, i punti dove, dicono i tecnici, avviene una rottura di carico, dal mare si passa alla terra e viceversa, o tra ferrovie a diverso scartamento, come avviene tra Cina e Russia e Russia ed Europa.

Uno di questi nodi è Korghos sul confine tra Cina e Kazakistan, dove in pochi anni è sorto un terminal terrestre di enormi dimensioni, da cui passa una buona parte delle merci cinesi verso l’Europa. Il terminal è gestito da DP World, la società di logistica di proprietà dell’emiro di Dubai Al Maktoum, che controlla tra l’altro Jebel Ali, nel Golfo Persico, altro terminal sulla Via della Seta, una delle free trade zone più grandi del mondo, con oltre 7 mila aziende.


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