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Industria

Auto elettrica e Cina, chi soffre è soprattutto la Germania

Lo sostengono gli analisti di Barclays, rilevando che la produzione di vetture in Germania è scesa del 18% circa tra maggio 2023 e gennaio 2024 ed è inferiore del 29% circa al livello di metà 2018. Stimano anche che l'impatto complessivo sull'economia tedesca di una riduzione della domanda di autovetture potrebbe essere superiore di quasi il 75%


14/03/2024 11:16

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale

La Cina è diventata il più grande esportatore di auto al mondo nel 2023 con circa 5 milioni di veicoli, tra cui autovetture, autobus e camion (in crescita del 56% su base annua). La quota di mercato dei Bev degli Oem (Original Equipment Manufacturer) cinesi è cresciuta significativamente in Europa, raggiungendo il 7,7% nel 2023 (contro il 4,3% nel 2022 e il 2,2% nel 2021), e le case automobilistiche cinesi puntano a incrementare le esportazioni in Europa ottimizzando la logistica.

In risposta all'offensiva cinese, l'industria sta tuttavia accelerando il lancio di Bev e Phev: l'Europa e' destinata ad avere il maggior numero di lanci di modelli Bev al mondo nel 2024 e 2025. La predisposizione dei nuovi stabilimenti e' a buon punto e i fornitori di componenti e le case automobilistiche hanno confermato il lancio di nuovi modelli Bev nei prossimi trimestri durante le recenti conference call sui risultati del 2023.

L'Europa sostiene che il Governo cinese stia sovvenzionando le esportazioni di veicoli elettrici in Europa attraverso "trasferimenti diretti di fondi" e altri meccanismi, e ha avvertito che le importazioni di veicoli elettrici cinesi potrebbero essere soggette a dazi doganali, con tariffe applicate retroattivamente.

Gli analisti di Barclays, una delle maggiori banche del mondo, evidenziano che, se da un lato l'aumento dei dazi all'importazione renderebbe l'import dall'UE meno redditizio per gli Oem cinesi, "dall'altro potrebbe essere meno efficace di quanto si creda: i nostri colleghi dell'equity calcolano che anche se il dazio all'importazione fosse aumentato del 20%, gli Oem cinesi sarebbero in grado di digerire l'aumento all'interno del profitto extra derivante dalla vendita di EV a prezzi piu' alti in Europa rispetto alla Cina. Questo sposta l'attenzione sul potenziale aumento dei dazi e sul rischio di ritorsione da parte della Cina, rispetto al beneficio che i produttori Oem dell'Ue trarrebbero da un aumento dei dazi comunitari. Ci sembra chiaro che gli Oem dell'Ue (come gruppo) hanno piu' da perdere che da guadagnare".

Da Barclays evidenziano che "la trasformazione dell'auto sta danneggiando la Germania, dove la produzione di vetture è scesa del 18% circa tra maggio 2023 e gennaio 2024 ed e' inferiore del 29% circa al livello di meta' 2018 (quando e' stata introdotta una modifica significativa alla normativa sulle emissioni).

A causa delle grandi dimensioni del settore, dei suoi legami con altre industrie e della sua integrazione nella catena del valore globale, stimiamo che l'impatto complessivo sull'economia tedesca di una riduzione della domanda di autovetture potrebbe essere superiore di quasi il 75% rispetto a qualsiasi calo della spesa per le auto. Inoltre, dati recenti suggeriscono che l'occupazione (piuttosto che gli investimenti) potrebbe subire il peso maggiore dell'impatto. A questo proposito, notiamo che i fornitori europei di componenti hanno gia' annunciato piani di licenziamento su larga scala, dato che il passaggio alla produzione di veicoli elettrici e' a minore intensita' di manodopera".

 


 


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