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Industria

Biden aumenta i dazi sull'importazione in Usa di merci cinesi

Le tariffe sull'import di veicoli elettrici passeranno, a partire da quest'anno, dal 25% al 100%, quelle sulle importazioni di celle solari cinesi raddoppierà, passando dal 25% al 50% e dal 7 al 25% sulle importazioni cinesi di acciaio e alluminio. Pechino: una mossa politica, reagiremo


14/05/2024 18:45

di Anna Dirocco - Class Editori

settimanale
Joe Biden, presidente degli Stati Uniti

L'amministrazione Biden ha annunciato un forte aumento delle tariffe doganali sull'equivalente di 18 miliardi di dollari di importazioni cinesi, al fine di "proteggere le industrie americane dalla concorrenza sleale". Le nuove regole interesseranno le automobili elettriche prodotte in Cina e altri prodotti cinesi, tra cui batterie, celle fotovoltaiche, dispositivi medici, acciaio e alluminio.

A partire da quest'anno, il presidente statunitense quadruplicherà le tariffe sui veicoli elettrici cinesi importati, portandole dal 25% al 100%. La tassa sulle importazioni di celle solari cinesi raddoppierà, passando dal 25% al 50%. E le tariffe su alcune importazioni cinesi di acciaio e alluminio aumenteranno di oltre tre volte, passando dall'attuale 7,5% al 25%.

Joe Biden ha inoltre ordinato a Katherine Tai, rappresentante del commercio statunitense, di più che triplicare le tariffe sulle batterie agli ioni di litio per i veicoli elettrici e sulle batterie al litio destinate ad altri usi. A partire dal 2025, le tariffe sui semiconduttori cinesi importati passeranno dal 25% al 50%.

La Casa Bianca ha precisato, in una scheda informativa, che saranno imposti per la prima volta dazi sulle importazioni cinesi di aghi e siringhe mediche, oltre che sulle gru da nave a terra. Anche i guanti medici di gomma cinesi e alcuni respiratori e maschere facciali saranno colpiti da tariffe più elevate.

Alcuni prodotti, come le batterie e la grafite naturale, avranno periodi di introduzione graduale più lunghi per le tariffe. Il motivo, spiega la Casa Bianca, è in parte dovuto al fatto che il settore manifatturiero statunitense avrà così il tempo di scalare fino a raggiungere un livello di produzione nazionale di batterie sufficiente a soddisfare la domanda dei consumatori.

«La Cina sta producendo a un ritmo e con una traiettoria che supera di gran lunga qualsiasi stima plausibile della domanda globale», ha dichiarato un alto funzionario dell'amministrazione ripreso dalla Cnbc. «Questo inonderà il mercato globale con un'offerta che compromette la nostra capacità di costruire capacità produttive in patria e lascia tutti noi nel mondo più vulnerabili alla coercizione economica».

La decisione del presidente Usa Joe Biden di innalzare tariffe punitive nei confronti della Cina, in particolare per le auto elettriche, i pannelli solari, l'acciaio e i semiconduttori, è "politica" e Pechino non può che esserne fortemente contrariata. Questa la reazione cinese dopo l'annuncio americano che rappresenta una forte stangata sulle relazioni commerciali tra i due paesi.

«La decisione statunitense viene da considerazioni politiche», ha affermato il ministero del Commercio di Pechino in una nota sul suo sito web. «Nello specifico, si tratta di un tipico gioco politico e la parte cinese esprime forte insoddisfazione».

Il Ministero del Commercio ha accusato gli Usa di «commettere errori su errori» e ha affermato che gli aumenti tariffari proposti violano gli impegni del presidente Joe Biden di evitare il disaccoppiamento dalla Cina. «Ciò influenzerà seriamente l'atmosfera della cooperazione bilaterale» untive imposte alla Cina».

«La Cina adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare i suoi legittimi diritti e interessi», ha aggiunto da parte sua il portavoce Wang Wenbin del ministero degli Esteri. (riproduzione riservata)


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