Ha esordito al Nasdaq con un boom che l’ha trasformata in una sola seduta in uno dei maggiori colossi globali dell’auto dietro soltanto a Tesla, Toyota e Byd. Con una capitalizzazione di 85 miliardi di dollari, superiore a quella delle big tedesche (Mercedes, Volkswagen e Bmw) o di Stellantis (addirittura del 50%), il giorno di ferragosto la startup vietnamita di veicoli elettrici VinFast è arrivata a valere in borsa il doppio delle americane Ford e General Motors.
Fusasi con la Spac Black Spade, il valore di VinFast il giorno di ferragosto è decollato dai 10 dollari iniziali ai 37 della chiusura, un exploit che ha arricchito le tasche del fondatore della startup, il tycoon vietnamita Pham Nhat Vuong, di quasi 40 miliardi di dollari. Ieri però il titolo di quella che è già la più grande società vietnamita quotata sul mercato azionario statunitense ha aperto gli scambi arrivando a perdere il 25%, soprattutto in virtù del fatto che l’azienda ha una quota di flottante molto ridotta (elemento che favorisce la volatilità) visto che quasi il 99% della società è in mano al fondatore.
L’amministratore delegato Le Thi Thu Thuy, come riporta Vietnam Plus, ha spiegato che «la quotazione, che si è rivelata un grande successo, supporta l’impegno di VinFast per la mobilità sostenibile su scala globale e sblocca l’accesso ai mercati dei capitali fondamentali per lo sviluppo futuro». L’ambizione del marchio vietnamita, che sta per lanciare i nuovi modelli VF 3, VF 6 e VF 7, è quella di diventare competitor di Tesla e il mese scorso VinFast ha iniziato a costruire una fabbrica, che dovrebbe iniziare a produrre entro il 2025, nello stato americano della Carolina del Nord.
VinFast è parte di VinGroup, colosso vietnamita che vale da solo oltre il 2% del pil del Paese asiatico ed è attivo in diversi settori, da immobiliare ed edilizia a istruzione e sanità. Nata nel 2017, la startup ha beneficiato di diversi investimenti da parte del gruppo che lo controlla e ha stretto rapporti di collaborazione con diversi nomi forti dell’automotive, tra cui Bmw, grazie ai quali sono stati sviluppati e prodotti i primi modelli. Ma nell’azienda vietnamita c’è anche un tocco di italianità sul fronte del design. Ad esempio due dei suoi suv elettrici sono stati disegnati in Italia da Pininfarina, mentre nel 2018 VinFast ha definito una collaborazione anche con Italdesign, l’azienda di Giorgetto Giugiaro.
Il brusco calo di ieri in borsa, dopo il boom al debutto, riporta alla mente precedenti che potrebbero preoccupare VinFast, come quelli di Rivian e Lucid, due startup americane di veicoli elettrici. La prima ha già perso più dell’80% del suo valore rispetto all’ipo del novembre 2021 e oggi non capitalizza nemmeno 20 miliardi di dollari rispetto ai 100 di un anno e mezzo fa. La seconda oggi vale poco più di 6 dollari ad azione ed è molto lontana dagli oltre 50 di fine 2021. (riproduzione riservata)