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Industria

Byd conferma contatti col governo per aprire una fabbrica in Italia

Michael Shu, responsabile del mercato europeo del principale costruttore cinese di auto elettriche, lo ha dichiarato in un'intervista al Salone dell'auto di Ginevra. Byd sta costruendo in Ungheria la sua prima fabbrica europea e la necessità di una seconda fabbrica dipenderà dal successo sul mercato


28/02/2024 13:28

di Valentina Simonelli - Class Editori

settimanale
Michael Shu, ceo di Byd Europe

Il governo italiano ha contattato il produttore di veicoli elettrici cinese Byd. La mossa fa parte degli sforzi del Paese per attirare un secondo costruttore automobilistico accanto a Stellantis, dopo che il gruppo guidato da Carlos Tavares ha ventilato l'ipotesi di spostare parte della produzione in Paesi in cui i costi di produzione sono inferiori, come Marocco e Turchia. «Abbiamo alcuni contatti per discuterne», ha confermato Michael Shu, ceo di Byd Europe, in un'intervista rilasciata a Bloomberg nel corso del Salone Internazionale dell'Auto a Ginevra.

La necessità di un secondo stabilimento europeo, spiega il manager, «dipende dalle vendite; ora stiamo facendo ottimi progressi». Lo scorso anno Byd ha superato Tesla acquisendo la leadership nella vendita di veicoli elettrici e a dicembre ha confermato i piani per la costruzione del primo stabilimento europeo, in Ungheria.

Al momento, secondo quanto riferito da Shu, l'azienda punta al mercato Ue con la scommessa ungherese ed è ancora presto per stabilire quando e se costruirà una seconda fabbrica europea. Interrogato sul potenziale investimento di Byd in Italia, il ministro dell'Industria Adolfo Urso ha detto, a margine di un incontro all'ex Ilva di Taranto, che spera che l'Italia si allinei ai Paesi europei, con diverse case automobilistiche che producono sul suo territorio per rafforzare la filiera automobilistica nazionale.

Ha inoltre ricordato come il governo sia costantemente al lavoro per migliorare strumentazione e attrattività del sistema Paese per quanto riguarda gli investitori esteri che vogliono puntare sull'Italia come loro sito produttivo, nell'ambito dell'Ue. Pochi giorni fa Urso aveva dichiarato che l'Italia sostiene l'arrivo di un secondo produttore, definendolo «un progetto a cui stiamo lavorando da mesi con colloqui significativi con partner stranieri».

Su questo punto Tavares ha manifestato scetticismo, sottolineando a più riprese che i costruttori europei dovrebbero eventualmente optare per un consolidamento, per supportare la filiera europea e non favorire i competitor cinesi. L'obiettivo concordato dall'azienda italo-francese con il governo Meloni è arrivare alla produzione di un milione di veicoli in Italia (nel 2023 Stellantis ha dichiarato di aver prodotto 752.000 unità in Italia) abbinata all'erogazione di sussidi che permettano ai consumatori di acquistare e, dall'altro, ai costruttori di sostenere i costi di produzione dei veicoli elettrici e generare entrate.

Shu ha anche spiegato che la sua azienda sta collaborando con le autorità europee sull'indagine lanciata dall'Unione europea sui presunti sussidi statali erogati da Pechino alle case automobilistiche cinesi che esportano in Europa. (riproduzione riservata)


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