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Industria

Cina, a maggio l'attività manifatturiera si contrae più del previsto

Lo indica l'ufficio nazionale di statistica rilevando il dato del pmi che è in discesa per il secondo mese consecutivo. Anche i nuovi ordini destinati all'export e le importazioni hanno registrato una nuova contrazione. Il terziario, invece, ha continuato ad espandersi per il quinto mese consecutivo


31/05/2023 17:29

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale

L'attività manifatturiera cinese si è contratta per il secondo mese consecutivo a maggio, deludendo il consenso degli economisti, appesantita dalla debolezza della produzione e della domanda.

Lo indica il Pmi del settore manifatturiero cinese sceso a 48,8 punti di maggio dai 49,2 di aprile, quando l'attività si è contratta dopo una striscia positiva di tre mesi. Il dato ha deluso il consenso degli economisti che avevano previsto un leggero miglioramento a 49,4 punti. 50 è la soglia che segna il confine fra contrazione (sotto) e crescita (sopra).

A maggio la produzione si è contratta dopo tre mesi consecutivi di crescita, mentre i nuovi ordini sono scesi per il secondo mese consecutivo. I livelli di personale hanno continuato a diminuire e ad un ritmo più veloce a maggio rispetto ad aprile. Anche i nuovi ordini destinati all'export e le importazioni hanno registrato una nuova contrazione.

Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche hanno continuato ad allentarsi, poiché i prezzi dei fattori produttivi sono scesi a maggio a un ritmo più marcato rispetto ad aprile, spingendo le aziende a continuare a tagliare i prezzi applicati ai clienti.

Il terziario, invece, ha continuato ad espandersi per il quinto mese consecutivo, ma il livello di crescita è stato il più debole degli ultimi quattro mesi, poiché la domanda ha interrotto la sua striscia positiva.

Nel dettaglio il Pmi non manifatturiero, che misura l'attività nel settore dei servizi e delle costruzioni del Paese, è sceso a 54,5 punti a maggio dai 56,4 ad aprile, secondo i dati forniti dall'Ufficio nazionale di statistica.

Oltre al calo della domanda, altri fattori che hanno portato al rallentamento sono stati il continuo calo del personale e degli ordini e la diminuzione di quelli di esportazione dopo la ripresa di aprile.

Le pressioni inflazionistiche si sono attenuate a maggio dopo che i prezzi sono aumentati per quattro mesi consecutivi, spingendo i fornitori di servizi cinesi a tagliare i costi di vendita.

L'attività economica complessiva, che combina i settori manifatturiero e dei servizi, è cresciuta in maggio ma a un ritmo più lento rispetto ad aprile. Il Pmi composito è sceso a 52,9 punti dai 54,4 del mese precedente.

«La ripresa successiva alla riapertura sta perdendo vigore, con il settore manifatturiero in contrazione e il settore dei servizi in decelerazione. È probabile che venga adottato un ulteriore sostegno di politica fiscale e monetaria, in parte grazie al contenimento della pressione inflazionistica che offre uno spazio sufficiente», hanno previsto gli strategist di Unicredit Research, fra i primi a commentare i nuovi dati. (riproduzione riservata)


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