Le vendite di auto in Cina hanno subito una contrazione del 13% su base annua nel terzo trimestre, condizionate dalla carenza globale di chip. A renderlo noto é l'associazione dei costruttori di automobili della Cina, la China Passenger Car Association, che parla di un calo del 17,3% su base annua delle vendite di settembre, per un totale di 1,58 milioni di veicoli venduti. Si tratta della peggiore contrazione registrata in Cina da marzo dello scorso anno.
Molto dinamico invece il segmento delle auto elettriche, le cui vendite dsono triplicate (+202,1%) nel mese di settembre, per un totale di 334.000 auto consegnate, e del 203,1% tra gennaio e settembre.
Ne hanno beneficiato i tre maggiori costruttori cinesi, Byd, Nio e XPeng, che hanno registrato vendite da record il mese scorso. Byd ha consegnato 71.099 unità in settembre, mentre le altre due hanno consegnato più di 10.000 veicoli ciascuna. Buona anche la performance di Tesla che ha venduto 56.006 modelli elettrici prodotti in Cina, di cui un 6,9% è stato esportato verso altri mercati.
Nel mese di settembre, tutti i produttori di auto tradizionali hanno risentito della situazione difficile. Toyota Motor ha affermato che le vendite nel paese sono diminuite del 35,9% rispetto all'anno precedente, per un totale di 115.000 veicoli. Toyota ha anche recentemente interrotto alcune delle sue linee di produzione in Cina.
Honda ha registrato un calo del 28,1% delle vendite in Cina, mentre Nissan del 26,2%. Stesso destino per le due joint venture di Volkswagen in Cina, che hanno registrato cali del 48,6% e del 23,1%.
Quanto a General Motors, che pubblica i dati sulle vendite su base trimestrale, ha consegnato 623.000 veicoli in Cina tra luglio e settembre, che si traduce in una contrazione del 19% su base annua.
Una delle ragioni che hanno provocato il crollo delle vendite sta nelle difficoltà dell'offerta, condizionata fortemente dalla carenza di chip, che sta complicando le operazioni delle case automobilistiche in tutto il mondo. Il problema si é intensificato nel terzo trimestre, a causa dei nuovi contagi di coronavirus che hanno colpito diversi paesi del sudest asiatico, tra cui la Malesia, uno dei principali produttori di semiconduttori.
Negli ultimi mesi, gli stabilimenti automobilistici in Giappone e negli Stati Uniti hanno fermato più volte la produzione. Secondo Wards Intelligence, solo negli Stati Uniti le vendite di auto sono calate del 25% nel terzo trimestre.
Ma la contrazione del mercato non è dipesa solo dalle difficoltà dell'offerta. La fiducia dei consumatori, e quindi la domanda di nuove auto, è stata negativamente influenzata dalla politica monetaria restrittiva della Banca centrale, dall'indebolimento del mercato immobiliare e il calo degli utili nel settore manifatturiero, secondo Cui Dongshu, segretario generale dell'associazione delle autovetture.
Le interruzioni di corrente in varie regioni cinesi che hanno limitato la produzione a settembre, stanno aumentando i rischi nella produzione di automobili, ha affermato Chen Shihua, vice segretario generale della Cpca.
Secondo la China Automobile Dealers Association, il momento peggiore del problema dei chip é passato nel mercato nazionale, e si aspetta che i problemi di approvvigionamento si affievoliranno rispetto ai mesi precedenti. Tuttavia, potrebbero volerci almeno tre mesi prima che tutto questo si faccia sentire nel mercato al dettaglio.
Oltre al problema dei chip, le case automobilistiche e i produttori di componenti affrontano anche aumenti di prezzo delle materie prime, tra cui cobalto, litio, acciaio e alluminio, necessari per produrre la maggior parte delle batterie dei veicoli elettrici. L'aumento del costo delle materie prime coincide, in questa fase, con la crescente domanda di veicoli elettrici. (riproduzione riservata)