Davanti agli oltre 200 partecipanti in presenza, imprenditori, manager e professionisti, provenienti da quattro dei cinque presidi della Camera di commercio italiana in Cina, si sono chiusi sabato a Pechino i lavori della prima edizione del "China-Italy Business Dialogue", seminario di due giorni organizzato per la comunità d'affari italiana dall'Ambasciata d'Italia, Agenzia Ice e Camera di commercio italiana in Cina.
Oltre alla partecipazione, il secondo elemento che ha decretato il successo e l'apprezzamento dell'iniziativa è stata la folta e ad alto livello rappresentanza di esponenti dell'industria cinese che ha seguito i lavori e partecipato attivamente alle discussioni negli incontri in cui si è articolatra la due giorni.
Tre gli argomenti di grande momento: il quality retail e ciò che si sta muovendo nel settore dei consumi, la transizione energetica con le opportunità per le imprese italiane, e le prospettive industriali.
«La forte attenzione delle più importanti istituzioni cinesi è chiaro segnale di come la Cina possa rappresentare un’opportunità per le nostre imprese e i nostri prodotti» ha sottolineato nelle conclusioni l'ambasciatore a Pechino, Luca Ferrari, «la rete del Sistema Italia può fare la differenza per consolidare i rapporti istituzionali e di amicizia, necessaria cornice di supporto alle iniziative economico-commerciali».
Ferrari si è anche soffermato sul fatto che i numeri sulle esportazioni, da serttembre in crescita rilevante, le numerose nuove intese industriali e la crescita dell’e-commerce dimostrano lìefficacia del Patto per l’Export su cui si stanno muovendo con determinazione Ice, Sace e Simest, con strumenti innovativi come il recente accordo tra Ice e Alibaba per incentivare il commercio informatico che nella sola Cina continentale conta quasi 500 milioni di consumatori.
«Quest'anno sarà un Natale diverso per molti imprenditori e cittadini italiani, lontani dalle proprie famiglie in Italia, senza la possibilità di poter tornare. La continuità della loro presenza in Cina è un segnale cruciale che non passerà inosservato», ha concluso Ferrari.
Nella prima giornata dei lavori le aziende italiane e cinesi hanno interagito in quattro sessioni. Sulle opportunità per le aziende nel settore del quality retail, alias lusso, all’interno del mercato domestico cinese hanno parlato Hati Lin,di Tencent Marketing Solution, Melody Jia, direttore delle strategie di Suning International, Gloria Guan di Youzan, moderati da Mauro Maggioni, ceo Asia Pacific di Golden Goose, con l'introduzione di Daniel Zipser, senior partner McKinsey .
Il punto di partenza del confronto è stato che il mercato domestico cinese mostra forti segni di espansione, grazie alle politiche di stimolo al consumo interno messe in atto dal governo, potenziate dal potere di acquisto nel mercato domestico a causa dell’impossibilità a viaggiare, mentre nel resto del mondo il calo dei consumi di qualità si stima intorno al 20%.
Per sfruttare questa opportunitù da parte del made in Italy sono tre i fattori chiave emersi nel confronto: l'attenzione al pubblico giovane, perché consumatore di lusso in Cina per più di un terzo ha meno di 30 anni. La sua propensione al consumo cresce significativamente di più rispetto alle altre fasce di età. Inoltre il consumo cresce con tassi ben superiori se si guarda alle città cosiddette di seconda fascia.
Per sfruttare questa opportunità, i brand devono dotarsi di una strategia chiara e risoluta sul digitale, senza la quale perderebbero accesso alla crescente influenza che i canali digitali hanno sulle considerazioni di consumo.
«Il digitale non solo come canale di vendita, bensì sempre più come punto di contatto per creare affinità con il singolo brand. La sfida per i brand in Cina è quindi quella di sapersi sintonizzare con un cliente giovane, digitale, e che cerca esperienze memorabili, oltre alla qualità dei prodotti che è attesa e scontata», ha concluso Maggioni.
La sessione sulle prospettive nel settore industriale in Cina è stata introdotta da Thomas Fang, global senior partner di Roland Berger e moderata da Fabio Antonello Proboviro di Regina, storica azienda di catene e nastri trasportatori, sbarcata a Tianjin nel 2004, con la partecipazione di Daniel Chen di Ferretti Group (nautica), Jacky Yang, general manager di SUMEC e Li Yan, ceo, NIU Technologies, uno dei fenomeni recenti dell'industria cinese nella e-mobility.
È emerso che la Cina si concentrerà nel breve termine sul ciclo interno/domestico aumentando gli investimenti e l’espansione della domanda interna, accogliendo con favore gli investimenti esteri. La sessione si è concentrata sui cambiamenti in atto a livello qualitativo, di globalizzazione e sviluppo, controllo delle risorse strategiche, con l’obiettivodi rafforzare l'industria manifatturiera locale.
Sul tema della Transizione energetica in Cina è intervenuto un vero big, Hu Yuhai, presidente di State Grid International, terza società al mondo per Fortune, insieme a Daniel Yu, product manager di Li Xiang Auto, uno dei 3tre principali produttori di auto elettriche in Cina, Michael Ding, di Envision Group e Wu Yang, direttore degli investimenti di Chunyang Capital.
La tavola rotonda, aperta da un’analisi dello scenario energetico cinese da parte dell’ex Deputy DG di NEA e moderata da Matteo Tanteri vice presidente (Pechino) della CCIC e ceo Snam Cina, ha identificatop le possibili aree di cooperazione con le imprese italiane. Zhang Yuqing, professore presso China Petroleum University e precedentemente deputy director general di NEA ha introdotto la discussione.
Infine si è discusso anche del Patto per l’export e degli strumenti a sostegno delle imprese Italiane con Fabrizio Costa, del Ministero dell'Economia presso l' Ambasciata d’Italia a Pechino e Gianpaolo Bruno, direttore e coordinatore della rete Ice in Cina e Mongolia, Enrico Semprebene di CDP Cassa Depositi e Prestiti, Donato Morea, di SACE e Carlo de Simonedi Simest. (riproduzione riservata)