Con il sostegno di Sace, Danieli ha finalizzato un’operazione per la vendita di una linea di trattamento termico per laminati in favore di Metalloinvest, uno dei principali player mondiali nel settore della metallurgia e siderurgia. Nell’ambito del progetto, il gruppo friulano realizzerà la linea di trattamento, del valore di 12,7 milioni di euro, destinata alla Oskol Electrometallurgical Plant (OEMK – parte di Metalloinvest), azienda siderurgica russa che si occupa dall’estrazione dei minerali di ferro alla fusione attraverso fornaci elettriche.
L’operazione rientra nel framework agreement sottoscritto da Metalloinvest con 12 banche internazionali, fra le quali ING Germany, e ha l’obiettivo di ottimizzare il processo di finanziamento per l’acquisto di beni strumentali importati dall’estero, grazie a termini e condizioni generali già concordati, che rendono più agevole la finalizzazione di queste forniture. Grazie all’accordo e alla garanzia di Sace come soggetto “apripista”, infatti, sarà più facile per le aziende esportatrici italiane vendere i propri beni alle società del gruppo russo. Sace, infatti, segue il mercato russo attraverso il proprio ufficio di Mosca, operativo da 15 anni, anche hub regionale per i vicini paesi Cis.
Attraverso questa operazione Sace conferma il proprio sostegno alla competitività del Made in Italy, anche in un contesto particolarmente complesso come quello che le aziende stanno affrontando a causa degli impatti negativi del Covid-19, consapevole che l’export è e sarà uno dei principali fattori di ripresa e crescita per l’economia italiana.
Continua quindi l'attività di Danieli nella federazione Russa. A inizio settembre il gruppo di gruppo di Buttrio (Udine) ha siglato con Omk un contratto che, oltre alla rilevanza dell'investimento di circa 1.500 milioni di euro (di cui 430 milioni di fornitura Danieli), rappresenta "una pietra miliare per la siderurgia russa e paneuropea".
Un passo fondamentale verso la produzione di "green steel" con bassissime emissioni GHG grazie all'assenza di carbone nel ciclo produttivo e con un rilevante risparmio energetico per l'utilizzo del preridotto ad alta temperatura.
Secondo l'ultimo Rapporto Export di Sace, le esportazioni italiane di beni verso la Russia sono aumentate del 4,6% nel 2019 raggiungendo i 7,9 miliardi di euro –un livello ancora molto inferiore al potenziale, ma in crescita anche grazie al traino dei progetti nazionali. Nel 2020 il valore dei beni
esportati dovrebbe mantenersi in linea con il 2019, sostenuto in particolare dai beni di investimento (+8,6%, al traino di meccanica
38 Una consistenza di 10.691 milioni di euro al 31.12.2018 (ultimo dato disponibile) secondo Banca d’Italia. e mezzi di trasporto) e dagli intermedi (+6,7% dopo un più che consistente +24,4% nel 2019) guidati in particolare da chimica e farmaceutica. I beni di consumo, invece, sconteranno una battuta d’arresto legata al calo del reddito disponibile delle famiglie e alla crescita dei disoccupati (da 1,3 mln ad aprile a 2,1 mln a maggio).
A livello aggregato, la Russia dovrebbe presentare il potenziale più elevato dell’area in termini di rimbalzo (+13,6% nel 2021), sia per la tipologia di beni esportati, che dipendono in larga parte dagli investimenti delle grandi aziende russe o dalla spesa delle fasce più abbienti della popolazione, sia per la normalizzazione delle relazioni con l’Occidente, che dovrebbe contribuire a un relativo e graduale ripristino dei flussi commerciali sui livelli ante-2014. (riproduzione riservata)