L'Unione europea sarebbe vicina a una soluzione con la Cina per eliminare i dazi sulle importazioni di veicoli elettrici cinesi in Europa. Così il socialdemocratico tedesco, Bernd Lange, presidente della Commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo, ha fatto il punto sui negoziati tra l'Ue e Pechino sui dazi sui veicoli elettrici all'emittente tedesca NTV.
«Stiamo continuando i negoziati con la parte cinese sui veicoli elettrici. Siamo prossimi alla decisione con la Cina di annullare i dazi. Siamo prossimi a un accordo: la Cina può impegnarsi a offrire veicoli elettrici nell'Ue almeno al prezzo minimo. Ciò risolverebbe il problema della distorsione della concorrenza attraverso sussidi ingiusti, motivo per cui i dazi erano stati inizialmente introdotti», ha spiegato Lange.
La competitività europea non rischia solo contraccolpi legati alla dipendenza dalla Cina. Secondo Lange, infatti, l'Ue è «ormai parte di un complesso sistema di catene del valore» e oltre alla Cina «ci sono anche altri rischi, ad esempio se una nave che trasporta rifornimenti si blocca nel Canale di Suez o se ci sono inondazioni nella regione dell'ASEAN. Per questo motivo non riesco a vedere i rischi solo nel commercio con la Cina».
La Cina e l'Unione europea stanno negoziando per trovare una soluzione dopo che l'Ue, lo scorso ottobre, ha aumentato le aliquote sulle importazioni di veicoli elettrici assemblati in Cina fino al 45,3%. Intanto, però, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, minaccia di ricorrere a una politica ancora più protezionistica del suo predecessore che introdurrebbe dazi fino al 10% sui prodotti europei e fino al 60% sui prodotti cinesi.
«Non credo che Trump stia solo facendo una minaccia. Questa è la sua idea di politica economica: chiudere il mercato delle importazioni per attirare investimenti negli Stati Uniti, promuovendo così lo sviluppo economico e quindi l'esportazione dagli Stati Uniti. È quindi molto probabile che introduca dazi elevati contro la Cina. C'è un alto rischio che la Cina si rivolga al mercato dell'Ue, poiché la Cina dipende fortemente dalle esportazioni», ha detto Lange.
Possiili schiarite anche su un altro fronte della guerra delle tariffe. La Commissione europea ha formalmente richiesto consultazioni presso l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc) sulle misure antidumping provvisorie imposte dalla Cina sulle importazioni di brandy proveniente dall'Ue.
Questo passo, spiega una nota, riflette la ferma convinzione dell'Ue circa il fatto che le misure cinesi non siano in linea con le norme dell'Omc. La Cina non ha dimostrato che vi sia alcuna minaccia di danno per la sua industria del brandy, né che vi sia un nesso causale tra la presunta minaccia di danno e le importazioni di brandy dall'Unione. Pechino, inoltre, secondo la Commissione, ha avviato il caso sulla base di prove insufficienti, contrariamente agli standard previsti dalla legislazione dell'Omc.
Esprimendo il proprio disaccordo con le misure - incompatibili con l'Omc - della Cina già nella fase provvisoria, l'Ue sta adottando misure tempestive per proteggere gli interessi della sua industria ed economia.
La Commissione ha seguito molto da vicino questa indagine sin dal suo inizio ed è intervenuta in diverse occasioni per esprimere le proprie obiezioni alla natura discutibile delle accuse della Cina e delle misure successive. Questa richiesta è il primo passo per avviare le procedure di risoluzione delle controversie dell'Omc. La Cina ha ora 10 giorni per rispondere alla richiesta dell'Ue, al fine di trovare un formato e una data reciprocamente convenienti per le consultazioni. Se non verrà trovata una soluzione soddisfacente, potrebbe essere chiesto a un panel dell'Omc di decidere sul caso. (riproduzione riservata)