Fincantieri siè aggiudicata un ordine dal valore di quasi 100 milioni euro, per una serie di forniture e installazioni di equipaggiamenti di alto profilo nell'ambito dell'International Thermonuclear Experimental Reactor (Iter), un progetto per la realizzazione di un reattore a fusione nucleare di tipo sperimentale.
Per l'esecuzione delle attività, spiega una nota, è stato costituito un raggruppamento temporaneo d'impresa del quale fanno parte la stessa Fincantieri, in qualità di capofila, la sua controllata Fincantieri Si, Delta-ti Impianti e Comes. "Quest'ordine, di straordinaria rilevanza internazionale", commenta l'amminstratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, "testimonia la reputazione che abbiamo saputo guadagnarci in ogni campo. Essere coinvolti in un progetto di tale respiro conferma la bontà delle nostre strategie e mi riferisco in particolare a quelle per la diversificazione e il costante investimento nell'innovazione e nella sostenibilità del business. Ora parteciperemo allo sviluppo di una tecnologia completamente diversa da quella impiegata nelle attuali centrali e soprattutto più pulita: un obiettivo ambiziosissimo che ribadisce anche la nostra capacità di integratore".
L'Iter Organization è l’organismo sovranazionale con sede in Francia, partecipato e finanziato dall’ Unione Europea, Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti d’America, che gestisce Iter, in fase di costruzione a Cadarache, nel sud della Francia. Il progetto dimostrerà la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare, e permetterà di acquisire la conoscenza necessaria alla realizzazione di un prototipo di reattore nucleare. Si otterrà così la prima fonte su larga scala di energia pulita e illimitata attraverso la reazione di fusione, anche in presenza di una crescente richiesta energetica, mediante l’uso di tecnologie innovative e sviluppate ad hoc nei Paesi partecipanti al programma.
Affiancata alle fonti rinnovabili, la fusione termonucleare contribuirà significativamente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Uno dei vantaggi della fusione, infatti, oltre la sua potenziale inesauribilità, è la limitata produzione di rifiuti residuali, prospettando quindi una fonte di energia che non prevede l’emissione di CO2, uno dei gas serra responsabili del surriscaldamento globale. La fusione nucleare è considerata altamente efficiente e pulita perché la sua fonte di partenza è l’acqua e non genera scorie durante il processo. Rappresenta inoltre un’autentica sfida scientifica e ingegneristica, coinvolgendo in modo trasversale ambiti come la superconduttività, la criogenia e il vuoto spinto. (riproduzione riservata