Con quasi 89 mila Porsche consegnate in Cina nel 2020, il 3% in più del 2019, su 272 mila vendute a livello globale, l'azienda di Stoccarda festeggia un risultato molto positivo anche nell'anno della pandemia, che ha inflitto perdite di fatturato dal 10 al 20 e più per cento ai grandi produttori globali.
"In Cina i clienti sono in media 15 anni più giovani e sono molto sensibili alla tecnologia, vogliono auto connesse. La Cina sta dettando i trend del mercato", ha spiegato Lutz Meschke, 54 anni, presidente di Porsche dallo scorso novembre.
La crescita è stata complessivamente positiva anche nelle regioni dell'Asia-Pacifico, del Medio Oriente e dell'Africa, con 121.641 auto consegnate nel 2020 (+4%), mentre in Europa le consegne sono state pari a 80.892 (-9%), in America 69.629.
Per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, Porsche si è posta un altro obiettivo ambizioso che prevede un investimento di 1 miliardo nei prossimi 10 anni. "La sostenibilità è un elemento importante della nostra strategia 2030 e lo è in senso olistico: a livello economico, ecologico e sociale", ha dichiarato Oliver Blume, ceo del gruppo. "Abbiamo lanciato un programma di decarbonizzazione globale con un obiettivo preciso: Porsche punta a raggiungere la neutralità carbonica in tutta la catena del valore entro il 2030".
Tutti i principali impianti di Porsche, come Zuffenhausen, Weissach e Lipsia, hanno raggiunto la neutralità climatica nel 2021, mentre la Taycan Cross Turismo è la prima vettura CO2-neutrale per tutto il ciclo di utilizzo. Nel 2021 Porsche presenterà il primo bilancio con criteri Esg.
Per sviluppare la mobilità elettrica e connessa, Porsche ha creato Porsche Digital che svilupperà i software per il brand, mentre attraverso Porsche Ventures sta costruendo partnership con startup high tech con l'obiettivo di arrivare a 200 entro il 2022: "La digitalizzazione e la connettività faranno la differenza il software è centrale e sarà sempre più importante. Ci aspettiamo che i ricavi da servizi digitali crescano a doppia cifra fino al 2025", ha dichiarato Meschke che ha ricordato anche l'accordo con il costruttore croato di hypercar elettriche Rimac, in cui Porsche è salita recentemente dal 15 al 24% con un investimento di 70 milioni.
Porsche ha chiuso il 2020 con ricavi record pari a 28,7 miliardi di euro, in aumento di 100 milioni rispetto all'anno precedente. Il risultato operativo si è attestato a 4,2 miliardi di euro, in calo rispetto ai 4,4 miliardi del 2019 (3,9 miliardi di euro al netto di voci straordinarie), pari a un margine operativo del 14,6%. Le consegne sono state pari a 272,163, di cui oltre 20mila Taycan, con un calo del 3% rispetto al record del 2019. L'utile prima delle imposte è stato di 4,4 miliardi di euro, in aumento rispetto al 2019. In Europa un terzo dei veicoli consegnati era elettrico o elettrificato, il 17% nel resto del mondo.
"L'esercizio 2020 è stato un successo per Porsche perché vendiamo prodotti emozionanti e abbiamo una grande squadra che ha gestito con determinazione le difficoltà. Usciamo rafforzati dalla crisi e siamo pronti per affrontare il cambiamento", ha sottolineato Blume.
Nel 2025, la metà di tutte le nuove Porsche vendute avrà un motore elettrico; nel 2030, più dell'80% sarà elettrico per raggiungere, primo gruppo auto, l'obiettivo zero emissioni, inclusi i fornitori. Ma lo sviluppo del motore termico resterà una priorità: "continueremo a sviluppare i motori termici e ibridi. Stiamo sviluppando l'eFuel per abbattere le emissioni, abbiamo investito 20 milioni nel processo di industrializzazione", ha detto Blume.
"Non abbiamo lesinato sui temi che riguardano il nostro futuro. Procediamo a ritmo sostenuto sulla trasformazione, la digitalizzazione e l'elettrificazione" ha ricordato ancora il presidente. Confermato anche l'organico di circa 36mila dipendenti, ai quali a un accordo verrà garantita l'occupazione fino al 2030, mentre per il 2020 Porsche ha deciso la distribuzione di un bonus pari a 7.850 euro. (riproduzione riservata)