Il calo di esportazioni in Cina è uno dei problemi maggiori che pesano sull'economia tedesca in questa fase di recessione. Nella prima metà dell'anno, la quota delle esportazioni tedesche verso la Cina è scesa al 6% delle esportazioni totali, da quasi l'8% prima della pandemia. Nei primi 5 mesi di quest'anno la Germania ha esportato in Cina per 44,5 miliardi di dollari con un calo, anno su anno, del 3,6%, più del doppio del dato medio dell'Unione europea, e ha importato dallo steso paese per 43 miliardi di dollari con un calo dell'8,3%.
Nello stesso periodo, gennaio-maggio, le esportazioni francesi verso la Cina sono aumentate di oltre il 13% a quasi 16 miliardi di dollari e quelle italiane del 2,6% a poco più di 11 miliardi.
Allo stesso tempo, però, la dipendenza della Germania dalle importazioni dalla Cina rimane elevata, poiché la transizione energetica è attualmente impossibile senza materie prime o pannelli solari cinesi, hanno fatto osservare gli analistidella banca ING.
Tuttavia la bilancia commerciale della Germania, in termini destagionalizzati, ha registrato a maggio un surplus di 14,4 miliardi di euro. Le esportazioni tedesche sono calate dello 0,1% a livello mensile a 130,5 mld euro. Le importazioni sono cresciute dell'1,7% a livello congiunturale a 116,1 mld euro.
«Dalla scorsa estate le esportazioni tedesche sono state estremamente volatili. Tuttavia, il trend generale punta verso il basso, non verso l'alto. Il commercio non è più il forte motore di crescita dell'economia tedesca che era in passato, ma piuttosto un freno», hanno rilevato gli economisti di Ing. «Le frizioni della catena di approvvigionamento, un'economia globale più frammentata e la Cina sempre più in grado di produrre beni che prima acquistava dalla Germania sono tutti fattori che pesano sulle esportazioni tedesche».
A breve termine, il continuo indebolimento degli ordini di esportazione, il previsto rallentamento dell'economia statunitense (che rappresenta circa il 10% del totale delle esportazioni tedesche), l'alta inflazione e l'elevata incertezza «avranno chiaramente un impatto sulle esportazioni tedesche», avvertono gli economisti di Ing.
Sul fronte dei nuovi trend commerciali tra Cina e le economie occidentali più sviluppate arriva anche la notizia che dal primo agosto, la Repubblica popolare ha deciso di controllare le esportazioni di alcuni materiali utilizzati nell'industria dei chip. I controlli riguarderanno otto prodotti correlati al gallio e sei prodotti di germanio, come risposta alle sanzioni americane sulle spedizioni di chip ad alta tecnologia in Cina, portando alla ribalta la nuova dinamica di "diplomazia del ping pong" tra le due super-potenze, caratterizzata da tante sanzioni e poche strette di mani. (riproduzione riservata)