Da quando sono andati in ferie per il Capodanno cinese, i circa mille dipendenti della sede cinese di Fiamm, il più grande produttore al mondo di clacson per auto, non sono più rientrati al lavoro. Vivono sigillati nelle loro abitazioni, come il resto della popolazione di Wuhan, la città epicentro dell’epidemia di Covid-19. Lo stabilimento dell’azienda italiana (leader nella produzione di batterie per automobili prima della cessione della quota di maggioranza a Hitachi) è rimasto deserto, così come lo sono tutti gli altri siti del distretto industriale. Luci spente, produzione ferma: la quarantena di Wuhan non lascia scelta. I cargo che avrebbero dovuto trasportare le merci destinate all’esportazione restano all’àncora nel porto di Nanchino. Agli azionisti di Fiamm, a partire dalla famiglia vicentina Dolcetta, non resta che aspettare e sperare che lo stop forzato non si protragga troppo a lungo. «Possiamo andare avanti in questa situazione fino al prossimo maggio, al massimo fino a giugno. Dopodiché rischieremmo contraccolpi pesanti», spiega a MF-Milano Finanza Giovanni Fiori, presidente di Fiamm.
Domanda. Prima di tutto, come stanno i vostri dipendenti a Wuhan?
Risposta. Le notizie che abbiamo sono rassicuranti. Abbiamo un referente a Wuhan che ci aggiorna costantemente sullo stato di salute del personale. Tra i nostri quasi mille dipendenti sono stati segnalati solo due casi di contagio da coronvirus. Il primo si è verificato tra il personale del settore batterie, che conta quasi 800 addetti, ma al momento non c’è ancora una diagnosi definitiva. L’altro, invece, è un caso accertato di Covid-19, ma per fortuna questa persona ha contratto una forma lieve. E non ci risulta che ci siano stati contagi tra i suoi circa 200 colleghi del settore clacson.
D. Il blocco forzato della produzione vi sta già causando danni?
R. Al momento la situazione è ancora sotto controllo, perchè era prevista la chiusura della attività legata ai lunghi festeggiamenti del Capodanno cinese, che ha un po’ mitigato gli effetti iniziali del fermo. Lo stabilimento avrebbe dovuto riprendere a lavorare al termine del periodo festivo, ma ovviamente non è stato così. Siamo in attesa che le autorità cinesi ci comunichino quando si potrà tornare alla normalità, ma non abbiamo notizie. Sappiamo soltanto che almeno fino a metà marzo resterà tutto fermo. E non penso di sbagliare se dico che Wuhan sarà per forza di cose l’ultimo centro dove riprenderanno le attività.
D. Quali contromisure avete preso per salvaguardare la produzione e ottemperare agli impegni con i clienti?
R. Abbiamo aumentato la produzione negli altri nostri stabilimenti, in particolare ad Almisano, in provincia di Vicenza. I nostri prodotti arrivano regolarmente ai nostri clienti, che sono ovviamente le più grandi case automobilistiche del mondo, visto che Fiamm è leader nella produzione di avvisatori acustici. Certo che, se dovesse andare avanti così ancora a lungo, allora sarebbe un problema.
D. A Wuhan resiste anche la produzione di batterie al piombo, un tempo marchio di fabbrica di Fiamm. La manterrete?
R. No, è una parte rimasta fuori dalla cessione della quota di maggioranza a Hitachi, ma stiamo perfezionando la vendita di questa attività.
D. Questa vicenda vi ha fatto ripensare la presenza oppure gli investimenti in Cina?
R. No, assolutamente. C’è anzi un progetto importante incentrato proprio sullo stabilimento di Wuhan. Porteremo qui anche la produzione di quello che sta diventando il nostro business d’avanguardia, ossia le batterie al sodio-nichel per lo storage di energia che abbiamo iniziato a produrre in Svizzera. Si tratta di un nostro brevetto che parte dal comunissimo sale, biodegradabile e a impatto ambientale azzerato. Gli impieghi sono molteplici, compreso l’accumulo di energia prodotta dalle fonti rinnovabili. I vantaggi risultano innumerevoli, a partire dal fatto che queste batterie sono molto sicure perché, per esempio, non sono infiammabili. La risposta del mercato fiunora è stata ottima. Il centro di produzione di Wuhan quindi è destinato semmai a crescere d’importanza nell’ambito del perimetro del gruppo Fiamm, non il contrario. (riproduzione riservata)