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Industria

Macchine utensili, in Cina nuove opportunità per l'Italia

Il dato emerge da uno studio recente sul mercato cinese, che evidenzia la debolezza della produzione locale nel soddisfare la domanda di macchinari di gamma media ed elevata. Automotive, elettrodomestici e aerospaziale rappresentano i tre settori con le maggiori opportunità per i produttori esteri


14/05/2021 16:47

di Alessandro Bozzi Valenti - Class Editori

settimanale

C'è un mercato potenziale di almeno 15 miliardi da conquistare da subito in Cina nel settore delle macchine utensili, dove l'Italia è il quarto produttore mondiale con produzioni di alta qualità.

Il dato emerge da uno studio di settore “Chinese machine tool industry”, commissionato da Agenzia - ICE e UCIMU alla società di consulenza cinese Daxue Consulting, i cui risultati sono stati al centro di un incontro online organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Pechino e ICE con gli operatori del settore, appartenenti a UCIMU, Confindustria e alla Camera di Commercio Italiana in Cina.

La Cina continentale è il maggiore produttore e consumatore al mondo di macchine utensili, ma nella fascia media e alta del mercato la produzione cinese copre solo il 30% del mercato, lasciando a italiani, giapponesi e tedeschi un ampio mercato potenziale. Dei 75 miliardi di produzione globale, la Cina ne copre il 23%, per circa 17, 3 miliardi e consuma il 27,3% del totale per quasi 20 miliardi su un totale di domanda di 73,3 miliardi.

L’Italia, nel 2019, è stata la quarta produttrice al mondo di macchine utensili, doppiando gli Stati Uniti per quanto riguarda i consumi. Lo studio ha evidenziato che la produzione interna cinese copre solo il 10% circa della domanda di macchine utensili di fascia alta ed il 20% delle macchie utensili di fascia medio-alta. Quelle di fascia alta, per circa un terzo, sono importate dal Giappone.                  

Il comparto delle macchine utensili in Cina ha visto un rapido sviluppo nei primi 10 anni del Duemila e oggi si è di fatto assestato, registrando un calo del volume complessivo ma un aumento della qualità dei nuovi ordini. I settori trainanti e le aree produttive più performanti sono l’automotive, l’aerospaziale l e l’industria degli elettrodomestici e del cosiddetto 3C che sta crescendo.

Per quanto riguarda la geografia dei produttori cinesi di macchine utensili questi sono, per quasi la metà, concentrati nei distretti produttivi di Liaoning e Jiangsu. Ampio spazio dello studio è poi dedicato alle politiche governative, che stanno incentivando e promuovendo lo sviluppo delle aziende nazionali, in un’ottica di miglioramento continuo. La strategia mira, in tre fasi, ad uno sviluppo in termini di tecnologie, di efficienza e punta a raggiungere una produzione di larga scala: attualmente il mercato è fermo alla prima fase, dal momento che le aziende cinesi mancano ancora di competitività sul mercato di fascia alta.

Per le aziende italiane, i settori con le maggiori opportunità sono l’automotive, l’elettronica di consumo con gli elettrodomestici e l’aerospaziale.      
Per il primo ambito nelle aree geografiche chiave del Nordest, del delta dei fiumi Yangtze e Pearl, del Bohai, centrosud e sudovest del Paese è previsto un aumento di richieste e requisiti, in particolare nel segmento dei veicoli green.

Per l’elettronica di consumo, prodotta prevalentemente nelle zone del delta dei fiumi Pearl e Yangtze e nell’area centrale e ovest della Cina, la domanda è sostenuta da nuovi apparecchi che incorporano le tecnologie di ultima generazione, tra cui la possibilità di connessione 5G e l'utilizzo di software implementati con intelligenza artificiale e Big data.

Infine l’ambito dell’aerospaziale è pronto a sfruttare macchine utensili di alta qualità e precisione sia per l’aviazione commerciale che quella civile e le importazioni sono pronte a giocare un ruolo chiave.

Luca Ferrari, Ambasciatore d’Italia a Pechino, ha ricordato come «l’export verso la Cina rappresenti uno dei motori più promettenti per la ripresa e la stabilità del sistema produttivo italiano. È grazie alla meccanica, e in particolare alle macchine utensili, che il nostro export in Cina nel 2020 si è mantenuto a livelli sostanzialmente analoghi al 2019, attestandosi a circa 13 miliardi di euro. I dati del primo trimestre del 2021, con un incremento del 43,3% rispetto allo scorso anno, confermano il trend di robusta crescita del secondo semestre del 2020. Si tratta di un risultato di straordinaria rilevanza in quanto conseguito nonostante l’impatto drammatico della pandemia sul nostro sistema economico». (riproduzione riservata)


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