Cina e Turchia, soprattutto, e, a seguire, Usa e Francia sono i mercati che hanno sostenuto maggiormente l'export italiano in questo primo scorcio d'anno, secondo i dati Istat relativi al primo trimestre. La Cina ha segnato l'incremento maggiore (+26%) - ma va tenuto conto di una base di confronto condizionata dalle politiche anti-Covid - con la Turchia a un'incollatura (+25,4%), mentre gli Usa segnno un +9,3% e la Francia +6%.
Nel complesso tuttavia le esportazioni italiane sono rallentate. A marzo si stima una flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l'estero, più intensa per le importazioni (-6,5%) che per le esportazioni (-2,3%). La diminuzione su base mensile dell'export è sostanzialmente dovuta al calo delle vendite verso i mercati extra Ue (-4,5%) mentre la flessione dell'export verso l'area Ue è di modesta entità (-0,1%). Si tratta quindi di un contesto che da risalto ai numeri in controtendenza dei due grandi mercati orientali.
Nel trimestre 2023, rispetto al precedente, l'export è stazionario (0,0%), l'import diminuisce dell'8,0%. A marzo 2023, l'export cresce su base annua del 4,7% in termini monetari, mentre si riduce in volume (-3,1%). La crescita dell'export in valore è più sostenuta verso i mercati extra Ue (+6,8%) rispetto all'area Ue (+3,0%). L'import registra una riduzione tendenziale del 9,8% in valore - sintesi di un aumento del 6,1% per l'area Ue e di un'ampia flessione per quella extra Ue (-28,0%) - e dell'8,8% in volume.
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all'aumento tendenziale dell'export si segnalano: macchinari e apparecchi n.c.a. (+20,0%), autoveicoli (+27,4%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,8%). Si riducono su base annua le esportazioni di metalli e prodotti in metallo (-6,5%), prodotti della raffinazione (-19,8%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-7,1%).
Nel primo trimestre, la crescita tendenziale delle esportazioni (+9,8%) è dovuta in particolare all'aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. (+17,4%), articoli farmaceutici, chimico-medicali e botanici (+31,7%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+13,4%) e autoveicoli (+20,4%). La stima del saldo commerciale a marzo 2023 è pari a +7.541 milioni di euro (era -757 milioni a marzo 2022).
Il deficit energetico (-5.328 miliardi) è inferiore rispetto a un anno prima (-8.269 mld), mentre l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici, pari a 12.869 miliardi, è elevato e in forte aumento rispetto a marzo 2022 (7.512 miliardi).
«Dopo due mesi di contenuta crescita, a marzo, l'export si riduce su base mensile per effetto in particolare della contrazione delle vendite di beni di consumo non durevoli verso i paesi extra Ue», ha sottolineato l'Istat, «l'import segna un ulteriore calo congiunturale - il settimo consecutivo -, diffuso a tutti i raggruppamenti e più ampio per energia. Su base annua, la crescita dell'export in valore rallenta e, per la prima volta dopo oltre due anni, l'import registra una contrazione, peraltro marcata, per circa un terzo spiegata dal crollo degli acquisti di gas naturale dalla Russia».
Il dato più positivo per i conti pubblici è il forte avanzo commerciale dei prodotti non energetici, il saldo commerciale si conferma positivo (+7.541 milioni), il più elevato da luglio 2021 (+8.170 milioni). (riproduzione riservata)