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Industria

Pharma, AstraZeneca studia lo spin off delle sue attività in Cina

Il colosso farmaceutico anglo-svedese sta valutando la possibilità di scorporare e quotare la divisione separata a Hong Kong. Il mercato cinese è molto interessante per le aziende farmaceutiche perché la popolazione invecchia e il governo sta accelerando il processo di regolamentazione dei farmaci innovativi.


19/06/2023 13:15

di Francesca Gerosa e Mauro Romano - Class Editori

Cina

AstraZeneca progetta lo spin off delle attività in Cina. Il colosso farmaceutico anglo-svedese sta valutando la possibilità di scorporare le sue attività in Cina e quotare la divisione separata a Hong Kong è un’opzione, secondo quanto ha riportato domenica il Financial Times. Da parte sua AstraZeneca ha dichiarato di non voler commentare «voci o speculazioni su strategie future o M&A».

Per altro le fonti vicine al dossier, citate dal Financial Times, hanno precisato che lo spin off potrebbe anche non avvenire. Una di loro ha aggiunto che anche la quotazione della divisione a Shanghai «è possibile». L'anno scorso la Cina ha rappresentato il 13% delle vendite totali di AstraZeneca. Il mercato cinese è molto interessante per le aziende farmaceutiche perché la nazione ha una popolazione che invecchia e il governo sta accelerando il processo di regolamentazione dei farmaci innovativi.

Tanto che negli ultimi anni, AstraZeneca ha avviato una serie di partnership locali nella regione per contribuire a promuovere l'innovazione e anche una collaborazione per un trattamento a base di erbe. L'anno scorso ha annunciato l'intenzione di costruire un sito di produzione di farmaci inalatori a Qingdao, in Cina, per supportare il suo portafoglio di prodotti per l'apparato respiratorio a livello locale. La quotazione della divisione separata a Hong Kong e/o a Shanghai può proteggere AstraZeneca dalle mosse della Cina volte a reprimere le aziende straniere.

Inoltre, offrirebbe una fonte separata di capitale e potrebbe rassicurare gli investitori sul fatto che la società sia meno esposta al rischio legato alla Cina. Senza contare che un’ipo potrebbe aiutare AstraZeneca a corteggiare il sostegno di Pechino per l'innovazione dei farmaci e a ottenere approvazioni più rapide per le terapie sviluppate nel Paese. Non sarebbe la prima volta che il gruppo farmaceutico cerca di ottenere finanziamenti separati per le sue attività in Cina. Nel 2017 ha creato una joint venture di ricerca e sviluppo con un fondo cinese. La joint venture, Dizal Pharmaceutical, è stata quotata a Shanghai due anni fa.

Un’idea, ha ricordato il FT, ventilata per anni, ma poi accantonata a causa della crisi del settore biotecnologico a livello mondiale. Diversi mesi fa, conclude il quotidiano britannico, è stata ripescata dal cassetto e discussa con alcuni banchieri. Altre multinazionali stanno valutando lo stesso per proteggersi da un’eventuale mossa delle autorità cinesi volta a dare un giro di vite alle società straniere. Il titolo AstraZeneca ha chiuso la seduta di venerdì 16 giugno in rialzo dello 0,87% a 11.788 pence e oggi, 19 giugno, scende dello 0,92% a 11.680 pence. (riproduzione riservata)


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