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Industria

Pirelli, la Cina conta il 12% delle vendite totali e resta un'opportunità

Presentato il nuovo piano strategico. L'impatto previsto del coronavirus a livello di Ebit Adjusted nel primo trimestre è quindi pari a circa 30 milioni di euro, e si prevede sarà riassorbito nel corso dell'anno. Qualora la crisi dovesse protrarsi, sottolinea ancora una nota, il gruppo aggiornerà le proprie stime a maggio, in occasione della presentazione dei dati del primo trimestre.


19/02/2020 13:49

di Mauro Romano - Class Editori

cina
Marco Tronchetti Provera, ceo di Pirelli

Pirelli continua a ritenere la Cina un'opportunità, nonostante i contraccolpi dell'epidemia di coronavirus. «Insieme agli Stati Uniti, continuo a vedere la Cina come una delle principali opportunita' che abbiamo a disposizioneper crescere», ha spiegato il  vice Presidente Esecutivo e a.d. di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, nel corso della presentazione del nuovo Piano strategico.

Al momento l'operatività è sospesa in due delle tre fabbriche del gruppo in Cina, mentre funziona a ritmo ridotto la fabbrica car/moto di Yanzhou. Per la Bicocca la Repubblica popolare pesa "per circa il 12% alle vendite totali", che nel 2019 sono state 5,3 miliardi di euro, quindi per oltre 630 milioni.

L'impatto del rallentamento nel mercato cinese al momento previsto a livello di ebit adjusted nel primo trimestre è pari a circa 30 milioni di euro, e  "si prevede sarà riassorbito nel corso dell'anno". Qualora la crisi dovesse protrarsi, sottolinea ancora una nota, il gruppo aggiornerà le proprie stime a maggio, in occasione della presentazione dei dati del primo trimestre. 

Entro la fine di questa settimana, intanto i lavoratori stranieri rimpatriati assieme alle loro famiglie dalla Cina per l'emergenza legata alla diffusione del coronavirus potrebbero iniziare a tornare nel Paese.

Quanto al piano industriale al 2022 fissa ricavi pari a 5,8 miliardi di euro, in crescita di circa il 3% l'anno, un margine ebit adjusted in miglioramento tra il 18% e il 19%, meno investimenti ripetto al piano precedente: 900 milioni focalizzati sullo sviluppo tecnologico e 510 milioni (pari all'11,5% del totale della base costi) di riduzione dei costi.

Un piano che conferma la centralità del segmento High Value, destinato ad acquisire sempre maggior peso (a fine piano rappresenterà il 73% dei ricavi dal 67% circa del 2019) con un consolidamento della leadership anche attraverso un ulteriore rafforzamento delle barriere competitive, l'utilizzo delle tecnologie digitali anche in ottica predittiva rispetto alla tipologia e alla localizzazione della domanda, lo sviluppo di prodotti e processi sempre più sostenibili.

Nel segmento High Value (pneumatici Car =18 pollici) Pirelli prevede di sovraperformare il mercato di circa 3 punti percentuali, con un tasso di crescita medio annuo dei volumi pari a circa il 9% (circa 6% la crescita stimata del mercato). Nello Standard (pneumatici car =17 pollici) il gruppo proseguirà la riduzione, ma cogliendo le opportunità legate ai 17 pollici e potendo contare su fonti produttive low cost (Russia e America Latina).

L'ulteriore riduzione dell'esposizione nel segmento è prevista con un calo medio annuo in termini di volumi del 4,2% nel 2019-2022 (-0,3% il calo medio annuo previsto per il mercato). Nello standard tali azioni, unite a una produzione focalizzata nelle region a minore costo produttivo, consentiranno di incrementare il price/mix e la redditività, stimata a fine piano double digit.

Un piano che sarà realizzato attraverso tre principali programmi: competitività costi, lanciato nel quarto trimestre del 2019; sviluppo commerciale, rivolto sia al primo equipaggiamento sia al canale ricambi; innovazione tecnologica per introdurre nuovi processi e lanciare nuovi prodotti. Grazie agli invetimenti più contenuti è attesa una maggior generazione di cassa rispetto al piano precedente: 1,5 miliardi nel triennio. (riproduzione riservata)


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