La Cina è il più grande cruccio di Carlos Tavares. Il ceo di Stellantis ha sottolineato più volte la volontà del gruppo di trovare una nuova strategia per sfondare nel primo mercato auto al mondo, sinora ostile tanto a Fiat-Chrysler quanto a Peugeot. Nonostante Tavares e la sua squadra siano ancora al lavoro per completarlo, giorno dopo giorno il piano si va delineando.
Ieri la casa ha annunciato la nomina di Uwe Hochgeschurtz a ceo della controllata Opel in sostituzione di Michael Lohscheller che dopo aver ristrutturato il marchio tedesco con un piano lacrime e sangue ha deciso di proseguire la carriera altrove. «Desidero ringraziare vivamente Michael per avere costruito in Opel fondamenta solide e sostenibili, insieme ai dipendenti», ha sottolineato Tavares.
«Questa straordinaria inversione di tendenza apre la strada a un'ormai prossima espansione commerciale del marchio a livello mondiale. Sono convinto che, grazie alla sua esperienza ultra-trentennale nel settore automotive, Uwe guiderà con successo questo nuovo capitolo della storia del marchio Opel». L'avvicendamento è infatti degno di nota per almeno due motivi. Il primo è che Stellantis ha soffiato Hochgeschurtz alla rivale Renault per la quale il manager era responsabile dei mercati Germania, Austria e Svizzera.
Il secondo è che Opel sarà la testa di ponte di Stellantis in Cina dove il costruttore di Rüsselsheim sbarcherà nei prossimi anni con un'offerta 100% elettrica in linea con le preferenze dei consumatori asiatici. Per soddisfare la futura domanda di auto verdi, perciò, il gruppo ha ufficializzato un accordo con la cinese Svolt per l'approvvigionamento di motori elettrici.
A partire dal 2025 la società di Changzou, spin-off del costruttore locale Great Wall Motors, venderà batterie al litio a Stellantis utilizzando la sua capacità produttiva in Cina e le fabbriche in via di sviluppo in Germania, a Saarland. Svolt si unirà agli altri fornitori di batterie asiatici della casa: Byd, Catl, Samsung e Lg Energy Solutions. Questi contratti andranno a completare la capacità produttiva delle cinque gigafactory che Stellantis costruirà in Europa e Stati Uniti. Com'è noto, uno degli impianti avrà sede in Italia, a Termoli, dove la produzione verrà convertita dai motori termici alle batterie.
Mentre Stellantis corre a tutta velocità verso l'elettrico, il passato fossile dei suoi marchi torna a tormentare il nuovo gruppo. Dopo Citroen e Peugeot, infatti, ieri il tribunale di Parigi ha messo sotto inchiesta anche Fca Italy con l'accusa di aver truccato le emissioni dei motori diesel fra 2014 e 2017. Fca Italy dovrà pagare una cauzione di 150mila euro e fornire una garanzia bancaria di 200mila euro dedicata al potenziale risarcimento di danni.
«Questo passaggio formale nell'indagine giudiziaria consentirà a Fca Italy di avere pieno accesso al fascicolo e le darà l'opportunità di difendersi da accuse che non sono ancora state valutate in contraddittorio», ha sottolineato un portavoce della casa. «L'azienda crede fermamente che i suoi sistemi di controllo delle emissioni abbiano soddisfatto tutti i requisiti applicabili nei momenti pertinenti - e continua a farlo - e attende con impazienza l'opportunità di dimostrarlo». (riproduzione riservata)