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Industria

Veto di Draghi alla vendita della Lpe alla Shenzheng Investment

Il governo ha esercitato la golden power e bloccato la cessione del 70% dell’azienda, specializzata nello sviluppo di reattori epitassiali utilizzati per la produzione di semiconduttori. Anche l’eventuale passaggio di Iveco da Cnh Industrial al gruppo cinese Faw, che sta completando la due diligence, dovrebbe ottenere l’autorizzazione preventiva dell’esecutivo


09/04/2021 13:21

di Mauro Romano - Class Editori

settimanale
Mario Draghi, presidente del consiglio italiano

È la lombarda Lpe l’azienda italiana sulla quale il governo ha posto il veto all’acquisizione da parte di un gruppo cinese. La notizia è stata data dal premier Mario Draghi in conferenza stampa. “Sono d’accordo con Giorgetti, la golden power è uno strumento del governo per evitare la cessione di asset strategici a potenze straniere, va usato”, ha spiegato il presidente del Consiglio, nel ricordare che di recente l’esecutivo aveva esercitato i poteri speciali previsti dalla normativa per bloccare la vendita di una società di semiconduttori e definendo la decisione “un uso di buon senso” della golden power.

L’operazione, bloccata il 31 marzo, avrebbe previsto la cessione del 70% dell’azienda, specializzata nello sviluppo di reattori epitassiali utilizzati per la produzione di semiconduttori, alla Shenzhen Investment holding.

ll governo vuole avere potere di veto sulle acquisizioni dall’estero di aziende italiane attive nell’industria dell’auto e della siderurgia. “Stiamo valutando la possibilità di estendere l’ambito di applicazione della normativa golden power anche a filiere che allo stato ne sono escluse e che rivestono invece un evidente rilievo nell’assetto economico nazionale", ha rivelato ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. I settori dell’automotive e della siderurgia, ha aggiunto, sono “particolarmente bisognosi di interventi di sostegno per il loro carattere strategico e per il fatto di essere particolarmente esposti alla concorrenza cinese”.

Con l’estensione del golden power alla filiera dell’auto, l’eventuale passaggio di Iveco da Cnh Industrial al gruppo cinese Faw dovrebbe ottenere l’autorizzazione preventiva dell’esecutivo. «Per il gruppo Iveco, così come per Comau e Teksid, ha precisato Giorgetti «allo stato non risultano notificate operazioni che potrebbero dar luogo all’esercizio dei poteri speciali. Se e quando le operazioni aventi ad oggetto le predette società venissero intraprese, saranno prontamente avviate le iniziative istruttorie da parte del Gruppo di Coordinamento per valutare la possibilità di esercizio dei poteri speciali che individua ulteriori beni».

Entro la fine di aprile gruppo Faw dovrebbe terminare la due diligence per poi avanzare una proposta probabilmente superiore a 3,5 miliardi per il 100% di Iveco e per una quota di maggioranza in Fpt. L’offerta potrebbe però non rientrare nell’attuale ambito di applicazione del golden power perché i cinesi sono orientati a escludere dal perimetro Iveco Defence, divisione dedicata ai veicoli militari. Da qui probabilmente la proposta di Giorgetti di estendere il potere di veto all’intera filiera dell’auto in modo da comprendere anche l’eventuale operazione sull’asse Cnh-Faw. (riproduzione riservata)


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