Nonostante critiche e riserve della comunità internazionale, il piano di Pechino di creare sull'isola di Hainan un hub tecnologico e finanziario alternativo a Hong Kong, che rischia di perdere il suo stato privilegiato, a causa della recente legislazione liberticida, sta guadagnando consensi tra le aziende, secondo dati diffusi da China news.
Il primo 1 giugno scorso il governo centrale ha annunciato ufficialmente la creazione di un porto franco ad Hainan, l'isola sulle coste meridionali del Paese, ma già da tempo l'amministrazione locale sta sviluppando due parchi tecnologici e industriali, facilitando e incentivando l'insediamento di nuove aziende.
Nei due principali parchi industriali di Sanya, una della città sull'isola, si sarebbero insediate 308 nuove imprese nella prima metà di quest'anno, secondo China News, di cui 164 si sono stabilite a Yazhou, città della scienza e della tecnologia, mentre le altre hanno scelto il parco industriale della città.
Quest'anno la città della scienza e della tecnologia ha pianificato di sviluppare 135 progetti per un totale di investimenti di 90,8 miliardi di yuan, circa 13 miliardi di dollari.
Nel Sanya Central Business District Industrial Park, le imprese iscritte sono 144 tra cui Joy City (Sanya) Investment Co., Ldt e Zhuhai Duty Free Enterprises Group (Hainan) Co., mentre 9 fanno parte del Fortune Global 500.
Dall’inizio dell’anno, sono stati attuati sei progetti che includono la costruzione di Joy Global Center, Poly International Plaza e Taiping Financial Industrial Port con investimenti per circa 3,2 miliardi di yuan nella prima metà del 2020.
Ma Hainan potrà mai rivaleggiare davvero con Hong Kong?
Un report di Bank of America tenta di rispondere, partendo dalla premessa che le possibilità di Hainan di diventare un centro finanziario e tecnologico dipendono in massima parte dalla capacità dell'isola di attrarre flussi di personale qualificato e migliorare le sue capacità tecnologiche.
Per ora la base industriale della zona è debole e focalizzata soprattutto su lavorazioni tradizionali di materie prime e materiali chimici, utilities, settore alimentare e tabacco.
Per cercare di cambiare questo scenario, dicono gli esperti di BofA, è stato implementanto "un piano con un livello di supporto politico senza precedenti", strutturato su tre punti chiave. Primo, il focus su turismo, servizi di logistica e industria high-tech.
Secondo, zero tariffe doganali (a meno che i prodotti non siano presenti nelle liste di quelli ristretti): le merci scambiate ad Hainan possono entrare in Cina duty-free.
Terzo, imposte sul reddito molto più basse che nel resto del Paese, e comparabili a quelle di Hong Kong: fino al 2025, alcune società selezionate pagheranno solo il 15% di tassa sul reddito, contro il 16,5% dell'ex colonia britannica e il 25% del resto della Cina. Dal 2025 la tassazione al 15% verrà ampliata a tutte le aziende che operano ad Hainan.
"Ci aspettiamo molto da Hainan", ha dichiarato subito dopo l'istituzione del porto franco il partner di Deloitte China Eric Lin, che ha poi precisato che la sua società di revisione e consulenza registrerà un maggior numero di clienti da aziende che scelgono di stabilirsi ad Hainan e di avviare attività globali prendendo l'isola come punto di partenza.
Sulle capacità di Hainan di diventare la nuova Hong Kong a livello finanziario, tuttavia, gli analisti di BofA restano scettici. "Ci sembra improbabile", si legge nel report, "soprattutto perché la finanza non è il focus di Hainan". L'isola attualmente sembra puntare più che altro sul turismo interno, che rappresenta il 98% dei flussi turistici totali. Inoltre, vista la debolezza industriale della zona, molto si giocherà sulle capacità di attrarre personale altamente qualificato.
Gli analisti prendono in considerazione infine la possibilità che ad Hainan si verifichi una bolla immobiliare, come accadde già negli anni Ottanta quando era stato fatto un primo test per aprire l'isola. Lo scenario sembra tuttavia non essere negativo: infatti, dicono da BofA, "il governo di Hainan sembra aver imparato la lezione del passato, e per questo ha iniziato ad attuare dure restrizioni agli acquisti di proprietà da parte di non locali già dall'aprile 2018". (riproduzione riservata)