Quest’anno la sessione dell’Assemblea del Popolo verrà posticipata a causa del Covid-19 e lo standing committee si riunirà fra qualche giorno per una nuova data. Ma una decisione importante è già stata preannunciata: è la nuova legge che vieta il comsumo alimentare di animali selvatici, presunta causa dell’insorgenza della nuova epidemia. È un passaggio importante e speriamo immediatamente esecutivo nella sua efficacia legislativa.
Già nel 1988 era stata emanata una legge concernente l’uso degli animali selvatici ma anche dopo essere stata riformata per ben tre volte non vietava apertamente il consumo alimentare di animali selvatici allevati in cattività.
Questo nuovo provvedimento sgretola una parte della consuetudine cinese oltre a creare problemi occupazionali per circa 14 milioni di persone ma vi è anche la consapevolezza che in questi ultimi anni, grazie anche ai pesanti e repentini cambiamenti climatici, si sono sviluppate patologie che hanno rischiato di sfociare in pandemie; quindi talune condizioni a rischio vanno rimosse per evitare che in Cina e, a ruota in altri Paesi, venga seriamente minacciato il tessuto sociale ed economico.
Il blocco attuato a Wuhan e in tutta la provincia dell’Hubei con vincoli strettissimi sulla mobilità delle persone e dei mezzi di locomozione è l’estremo tentativo di isolare questa epidemia che ancora corre come si evince dai bollettini di ogni giorno. Il picco non è stato ancora raggiunto e qualche rallentamento nel numero dei contagiati si è potuto notare ma "una rondine non fa primavera”.
La strada è lunga e tortuosa ed il prossimo mese potrebbero manifestarsi fenomi di difficile gestione per quanto riguarda il personale delle aziende. Fonti governative stimano che dei 290 milioni di migranti, alla data di ieri, solo un terzo si sia messo in movimento verso le città e i luoghi di lavoro. Ciò precauzionalmente è un segnale positivo ma specularmente vi è una carenza di manodopera nelle fabbriche ripartite da una settimana e il rischio contagio, vista la lunga incubazione, così come precisato dall’OMS, dell’epidemia.
Per quanto riguarda i trattamenti retributivi, in febbraio nella Municipalità di Shanghai, deve essere corrisposta l’intera retribuzione anche se il personale non ha ricominciato a lavorare. Ma cosa potrebbe accadere il mese prossimo se le attività, per le ragioni note, nodi logistici e tempi di quarantena, non permettessero l’apertura completa con l’attivazione dei cicli produttivi?
Il personale potrà beneficiare del godimento ferie, anche se non maturate, di permessi non retribuiti oppure subirà provvedimenti estremi?
Seppure si stia facendo qualche timido tentativo di ripresa dell’attività manufatturiera, d'altro canto il cordone sanitario connesso alla patologia del Covid-19 è fermo e vigile sul baluardo del contrasto.
Ma l’interrogativo di questi giorni è su come si dovranno affrontare la congerie di problemi che stanno intersecandosi nel mondo, quando la situazione ritornerà ad una normalità non fragile né provvisoria. Prevarrà l' atteggiamento che dimentichi e abiuri i fatti del recente passato oppure che colga da quanto è accaduto lo spunto per pensare a quello che sarà il nostro futuro?
Tiziano Terzani, nel suo libro “ Un indovino mi disse “ afferma che “ Mai come nel nostro tempo l’uomo si è così allontanato dalla natura, e questo è forse stato il più grande dei nostri errori. L’Occidente se ne è giusto reso conto e corre ai ripari; l’Asia, pensa solo a diventare come l’Occidente...”
* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni