Ricordare i contributi della scienza giuridica italiana alla modernizzazione e alla globalizzazione del diritto cinese. Di questi temi, lunedì 4 ottobre, discuteranno giuristi e accademici italiani e cinese, nel cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. L'appuntamento sarà organizzato dall'Accedemia nazionale dei Lincei, dall'Università degli studi di Roma Tre, Università di Bologna, China University of Political Science and Law e dall'Osservatorio sulla codificazione e sulla formazione in Cina nel quadro del sistema giuridico romanistico.
In particolare, gli incontri serviranno per analizzare le principali riforme adottate dalla Cina nell'ultimo decennio, su tutte il codice civile entrato in vigore all'inizio del 2021. Il codice, va ricordato, accoglie diversi istituti provenienti dalla tradizione romanistica a cui la Cina ha da sempre guardato con interesse. Il legislatore cinese non si limita però a ricalcarne le norme in maniera dogmatica, ma ha un approccio pragmatico, prendendo spunto infatti anche da altri sistemi ed istituti (ad es. di stampo anglosassone) facendoli suoi secondo opportunità, senza rinunciare infine ad introdurre le “caratteristiche cinesi” che diventano in un certo senso, un ponte, tra passato e presente e tra occidente e oriente Altro tema di confronto sarà lo stato di attuazione dei principali accordi bilaterali tra Roma e Pechino sia in campo economico-finanziario sia culturale.
Il convegno sarà aperto dai saluti del presidente dell'Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli nonché del presidente della Corte suprema del popolo, Zhou Qiang e degli ambasciatori Luca Ferrari e Li Junhua.
Tra i partecipanti alle tre sessioni il professor Wang Liming della Renimin University of China, la professoressa Fei Anling della China University of Political Science and Law, la professoressa Hu Junhong della Normale di Pechino. (riproduzione riservata)