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Politica

Al rialzo le stime degli analisti sulla crescita del pil cinese nel 2023

I dati ufficiali del primo trimestre, con una crescita del 4,5%, confermano che la ripresa dell'economia potrebbe essere più rapida del previsto, con il traino, soprattutto, dei consumi interni. Le maggiori case di investimento occidentali alzano le loro stime per l'anno in corso al 6%, contro il 5% di obiettivo del governo


18/04/2023 13:25

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Il 2023 è l'anno del coniglio, secondo il calendario cinese, che notoriamente corre veloce

Buone notizie dall'economie cinese: nei primi tre mesi dell'anno ha registrato un'accelerazione, segnalando una robusta ripresa dopo tre anni di rigide politiche pandemiche che hanno frenato la crescita.

Il prodotto interno lordo ha registrato un'espansione del 4,5% a livello annuale nel primo trimestre, secondo quanto riferisce l'Ufficio nazionale di statistica del Paese. Il dato consuntivo è migliore del 4% previsto dal consenso degli economisti e ha segnato un'accelerazione rispetto alla crescita del 2,9% su base annua degli ultimi tre mesi del 2022, uno dei trimestri più deboli della Cina degli ultimi decenni.

Le vendite al dettaglio, un indicatore chiave dei consumi e uno dei principali motori di crescita della ripresa economica, sono poi aumentate del 10,6% a/a, a marzo, dopo l'incremento del 3,5% su base annua dei primi due mesi dell'anno. Gli economisti intervistati dal Wall Street Journal avevano previsto un aumento delle vendite al dettaglio del 7,9% a/a a marzo.

Anche la produzione industriale si è rafforzata, ma meno delle attese. L'output è aumentato del 3,9% a livello annuale a marzo, accelerando rispetto all'incremento del 2,4% del periodo gennaio-febbraio, ma al di sotto del ritmo di crescita del 4,1% previsto dagli economisti.

Citi ha rivisto al rialzo la stima di crescita per il 2023 al 6,1% dal precedente 5,7%, puntualizzando che la seconda economia mondiale è ben avviata verso la ripresa, guidata dai consumi e dai servizi. «Quest'anno potrebbe essere una finestra di opportunità per i responsabili politici per affrontare le questioni strutturali, come la debolezza della fiducia dei privati, la disoccupazione giovanile e il debito delle amministrazioni locali», affermano gli economisti della banca. Gli esperti continuano a prevedere che la politica monetaria non ricorrerà a tagli dei tassi e che il tema di quest'anno sarà il risanamento dei conti pubblici.

Anche per gli analisti di Capital Economics la crescita del Pil cinese nel 2023 potrebbe raggiungere il 6%, visti gli odierni dati economici che mostrano una ripresa più rapida rispetto alle aspettative relativamente ottimistiche degli esperti. L'attività economica cinese ha ancora spazio per espandersi nei prossimi mesi, grazie alla ripresa della fiducia dei consumatori e all'accelerazione della crescita del credito. Nel frattempo, gli analisti notano che il segmento industriale ha perso un po' di slancio ad aprile, sulla base dell'analisi dei dati ad alta frequenza.

La crescita del Pil nel secondo trimestre potrebbe raggiungere l'8%, mentre quella annuale potrebbe superare l'obiettivo di Pechino del 5% circa e attestarsi tra il 5,5% e il 6%, affermano infine Larry Hu e Yuxiao Zhang, economisti di Macquarie. «La Cina si trova nella fase iniziale di una ripresa ciclica», puntualizzano gli esperti, aggiungendo che i dati economici tendono a mostrare un quadro misto nella fase attuale e la fiducia dei cittadini potrebbe rimanere bassa in mezzo al dibattito sulla ripresa. Potrebbe essere necessario un altro trimestre per convincere gli investitori che "la ripresa è reale" e non effimera, concludono gli analisti.

Anche Ubs ha alzato le previsioni di crescita del Pil cinese nel 2023 al 5,7% dal precedente 5,4%. Secondo gli esperti della banca svizzera, la Cina potrebbe aumentare il sostegno alle infrastrutture nel caso in cui il rimbalzo dei consumi e del settore immobiliare del Paese vacillasse e/o le esportazioni subissero un forte calo nel corso dell'anno. Il Governo potrebbe anche enfatizzare la necessità di sostenere l'occupazione, ma uno stimolo su larga scala ai consumi è altamente improbabile, secondo la banca. (riproduzione riservata)


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