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Politica

Arriva anche in Cina il drive in, tutti a vedere The Wandering Earth 2

Il sequel del successo del regista Frant Gwo è uno sci-fiction che manda un chiaro messaggio sulla necessità, per salvare la Terra, di una politica multilaterale in cui tutti gli umani possano riconoscersi e trovare unità d'intenti. Intanto nei programmi televisivi di questi giorni si mettono in luce i rapporti di amicizia con gli stranieri, italiani compresi come il Coro dell’Antoniano di Bologna


27/01/2023 11:53

di Marco Leporati*

settimanale
Un'immagine del trailer del film

Tradizione vuole in Cina che durante il Capodanno cinese si dedichi tempo al cinema, a maggior ragione con un trascorso di prolungate chiusure a seguito della politica dello zero Covid. Quest’anno l’uscita più attesa al botteghino è stata The Wandering Earth 2, ovvero La Terra errante, sequel della prima produzione The wandering Earth uscita nel 2019 con un incasso record di 700 milioni di dollari, comprata da Netflix per una distribuzione in streaming fuori dalla Cina.

Il sequel, programmato a partire dal primo giorno del nuovo anno del coniglio in diecimila sale cinesi, è stato acquistato anche da Well Go USA Entertaiment  per il mercato nordamericano e lanciato in 125 sale oltre a 30 del circuito IMAX fiutando i ritorni economici del box office.

Concomitanza degna di nota a Shanghai si è avuta l’apertura del primo drive in per la visione cinematografica stile anni cinquanta americani con qualche sofisticazione tecnologica in più.

Ma il principale motivo di interesse riguarda i contenuti della storia, perchè uno dei messaggi concerne la contingente situazione geopolitica. Entrambi i film nascono da un soggetto di Liu Cixin, autore ben rodato in sci-fiction e sono stati diretti da Frant Gwo, con un cast in cui primeggia Andy Lau e Wu Jing, attori conosciuti a livello internazionale.

Le due storie, ambientate a partire dal 2044, partono da un elemento in comune: il sistema solare si sta spegnendo e diventa imperativo trasportare la nostra Terra in un altro sistema stellare Alpha Centauri distante oltre quattro anni luce dal nostro pianeta. Per fare ciò il progetto Moving Mountain Project prevede la costruzione di 10.000 propulsori che possano spingere la Terra fuori dall’attuale sistema solare sino ad Alpha Centuari.

Il progetto è coordinato da un’unità governativa (United Earth Governement) costituita da tutte le Nazioni Unite. Nella prima narrazione vi era stato il rischio per la Terra, nel corso del lungo viaggio rappresentato come la dipartita di una nuova arca, di schiantarsi sul pianeta Giove dal cui impatto sarebbe stata distrutta ma, grazie all’eroismo del protagonista, viene evitata questa tragedia attivando con il combustibile rimasto nella navicella spaziale l’incendio di Giove. 

Nella seconda narrazione più complessa a causa anche del raffreddamento del nostro pianeta che costringe l’umanità a vivere nei sotterranei, il manipolo di eroi riprende l’odissea spaziale riuscendo a superare le difficoltà ed avviarsi alla volta di Alpha.

Al di là della spettacolarità delle sequenze, in alcuni casi ossessive e ripetitive, il regista Gwo ha voluto rilanciare la cultura cinese con il dichiarare la necessità di un’azione collettiva, declinata innegabilmente quale multilaterità, con la Cina nel ruolo centrale.

La coincidenza delle date di lancio dei due film potrebbe costituire un elemento interessante: la prima edizione era del 2019 quando la guerra commerciale con gli Stati Uniti era già in divenire e il presidente Xi Jinping rispondeva alle decisioni imperative di Trump con messaggi distensivi quale quello esposto alla platea dell’annuale conferenza di Boao (la Davos dell’Asia) nella primavera del 2018.

Oggi invece, in un contesto di turbolenza generale e con l’elemento di novità della messa in discussione del concetto di globalizzazione, l’uscita del sequel ha il duplice scopo di ribadire l’efficacia del percorso perseguito dalla Cina nella mondializzazione ma anche quello di rafforzare l’identitarietà del popolo cinese dopo gli ultimi mesi di opacità nel definire il percorso per il medio termine.

Infatti la Cina da un lato continua a perseguire l’obiettivo di creare una distensione mondiale soprattutto verso quei Paesi o continenti (Africa e Sud America) dove il sentimento di empatia verso se stessa è più forte. Non a caso, in occasione della 7° edizione della conferenza CELAC (Comunidad de Estados Latinos americanos y Caraibenos), durante la quale Argentina e Brasile hanno paventato la creazione di una moneta sudamericana, il SUR, che possa essere controaltare al dollaro americano, Xi Jinping ha inviato un caloroso augurio ai partecipanti per “Pace, sviluppo, giustizia, equità, democrazia e libertà, valori comuni dell’umanità”.

Inoltre nei programmi televisivi cinesi di questi giorni si mettono in luce i rapporti di amicizia con gli stranieri (italiani compresi come il Coro dell’Antoniano di Bologna). L’iterazione nella programmazione televisiva dà il senso alla finalità di riconquistare la fiducia verso la Cina da parte degli occidentali, in particolare Europa e Stati Uniti, fiducia venuta meno durante lo scorso anno.

Ma è con il film in oggetto che si attiva il sentimento coesivo nazionale fatto di unità e sacrificio per il futuro dei figli e dei nipoti. Nel trailer di presentazione in una sequenza compare un breve motto: «Il dovere sopra tutto», mentre nel commento comparso su Global Times si afferma:«È più vero oggi, dopo i tre anni di guerra contro la pandemia, come solo il coraggio e l’unità possono vincere e superare ogni crisi, sia nella finzione che nella realtà». La finzione quindi come paradigma per una nuova realtà. (Riproduzione riservata)

*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da oltre 25 anni


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