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Politica

Aziende cinesi in Usa ottimiste, affari stabili (60%) o in crescita (30%)

Un sondaggio della China General Chamber of Commerce negli Stati Uniti rivela tutta che il 93% degli intervistati sono preoccupati per il deterioramento delle relazioni tra i due paesi. il difficile contesto di mercato ha avuto un ampio impatto sui livelli di redditività delle aziende cinesi, che lo scorso anno hanno dovuto affrontare una significativa flessione dei risultati


26/06/2024 16:46

di Alberto Chimenti - Class Editori

settimanale
Hu Wei, presidente della Camera di commercio cinese negli Usa

Da un recente sondaggio condotto tra le imprese cinesi negli Stati Uniti è emerso che la maggioranza rimane ottimista sul mercato a lungo termine, nonostante le crescenti preoccupazioni per le relazioni tra Stati Uniti e Cina e per il contesto economico più ampio.

L'indagine annuale condotta dalla Camera di Commercio Generale Cinese (China General Chamber of Commerce, Cgcc) negli Stati Uniti, ha rilevato che quasi il 60% delle aziende intende mantenere un livello stabile di investimenti e che circa il 30% prevede di incrementarli. La Cgcc ha dichiarato che «persiste un notevole grado di ottimismo a lungo termine, con la maggioranza che esprime aspettative positive per i ricavi futuri», aggiungendo che l'indagine riflette «un lodevole senso di ottimismo, determinazione e resilienza».

L'indagine è stata condotta nei mesi di aprile e maggio di quest'anno, intervistando circa 100 aziende cinesi di vari settori in merito alle performance e alle prospettive. Dal report emerge che le aziende cinesi rimangono impegnate sul mercato statunitense nonostante il crescente sentiment negativo sull'ambiente commerciale generale, a causa delle crescenti tensioni tra le due maggiori economie mondiali.

Oltre il 60% degli intervistati ha riscontrato però un deterioramento dell'ambiente commerciale negli Stati Uniti, mentre il tasso di preoccupazione per una "situazione di stallo nelle relazioni bilaterali sino-americane, politiche e culturali" è salito al 93% dall'81% dell'anno precedente. Nel corso dell'ultimo anno, l'amministrazione Biden ha inasprito le restrizioni nei confronti delle aziende cinesi, controllando alcuni settori dominati dalla Cina, imponendo nuove sanzioni a diverse aziende e beni cinesi e cercando di bloccare del tutto la proprietà cinese di alcune aziende e piattaforme.

Nel sondaggio, oltre il 65% degli intervistati ha individuato nella "complessità e vaghezza" delle politiche normative e sanzionatorie statunitensi nei confronti delle aziende cinesi la principale sfida per il branding e il marketing negli Stati Uniti. Il 59% degli intervistati ha classificato il "pervasivo sentiment anti-cinese nell'opinione pubblica americana" come la seconda sfida in termini di branding e marketing. "Questi risultati evidenziano l'intricato contesto politico e il sentiment ostile dell'opinione pubblica influenzato dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina", si legge nel report.

Dall'indagine emerge poi che il difficile contesto di mercato ha avuto un ampio impatto sui livelli di redditività delle aziende cinesi, che lo scorso anno hanno dovuto affrontare una "significativa flessione dei risultati", simile a quella registrata nel 2020 durante la pandemia di coronavirus. Un numero maggiore di aziende ha segnalato un calo dei ricavi, in particolare quelle che hanno registrato riduzioni significative superiori al 20%. Le imprese di questa categoria sono passate dal 13% del 2022 al 21% del 2023.

Hu Wei, presidente della Cgcc e presidente e ceo di Bank of China Usa, ha invitato le aziende cinesi e statunitensi a rafforzare il coordinamento per ridurre le frizioni commerciali e le barriere politiche. "In una prospettiva di lungo termine, il commercio e gli investimenti sono sempre stati la pietra angolare delle relazioni tra Stati Uniti e Cina", ha puntualizzato il banchiere, aggiungendo che, nonostante le varie incertezze, la Cina rimane il terzo partner commerciale e il maggiore importatore degli Stati Uniti. (riproduzione riservata)


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