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Politica

Balzo dell'export made in Italy in Asia lo scorso dicembre

L'impennata è stata del 21% in Cina e del 22% in Giappone, mercati seguiti da Svizzera e Turchia. Lo stesso mese ha segnato un saldo attivo della bilancia commerciale tricolore di 5,7 miliardi, con un aumento del 39% sullo stesso mese del 2018. Lo ha certificato oggi l'Istat, diffondendo i dati relativi al commercio dell'Italia con i mercati extra Unione europea.


24/01/2020 19:06

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale

Con un'impennata delle vendite in Estremo Oriente, trainate dal mercato cinese e giapponese, lo scorso mese di dicembre ha segnato un risultato molto positivo per le esportazioni italiane e soprattutto un saldo attivo di 5,7 miliardi, con un aumento del 39% sullo stesso mese del 2018. Lo ha certificato oggi l'Istat, diffondendo i dati relativi al commercio dell'Italia con i mercati extra Unione europea.

L'Istituto centrale di statistica ha rilevato in particolare che le esportazioni verso la Cina sono cresciute in dicembre su base annua del 21% e quelle verso il Giappone del 22%, seguono quelle verso Svizzera (+19,3%) e Turchia (+18,2%). Il dato di dicembre segna un'accelerazione del trend verso la Cina perché fino al 30 settembre, il dato dell'export relativo ai nove mesi del 2019 segnava una sostanziale stabilità rispetto al 2018, fermandosi a 9,4 miliardi, contro 9,6 di un anno prima.

In Giappone invece, il dato di dicembre conferma il trend dei primi nove mesi  del 2019 che hanno segnato una crescita superiore al 20% a 5,6 miliardi di euro.

Secondo l'Istat, inoltre, sono diminuite le vendite di beni verso Stati Uniti (-7,7%), India (-4,5%) e paesi OPEC (-3,7%). Per contro, gli acquisti da Russia (-26,5%), paesi Mercosu (-23,6%), paesi OPEC (-20,6%), Stati Uniti (-10,5%) e Cina (-7,6%) registrano flessioni tendenziali molto piu' ampie della media delle importazioni dai paesi extra Ue. In aumento gli acquisti da Turchia (+16,1%) e paesi ASEAN (+5,0%).

Per quanto riguarda i dati aggregati, sempre relativi a mercati extra Ue, l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici è passatro da +69,169 miliardi per il 2018 a +75,575 miliardi per il 2019.

Lo scorso dicembre, per entrambi i flussi commerciali da e verso i paesi extra Ue, si stima una diminuzione congiunturale, piu' ampia per le importazioni (-1,8%) rispetto alle esportazioni (-0,9%). La flessione congiunturale dell'export riguarda l'energia (-12,8%) e i beni di consumo non durevoli (-4,4%). I beni di consumo durevoli (+2,4%), i beni intermedi (+1,3%) e i beni strumentali (+1,1%) registrano invece un aumento. Dal lato dell'import, si rilevano cali congiunturali per i beni strumentali (-4,9%), i beni di consumo non durevoli (-3,5%) e i beni intermedi (-1,3%), mentre sono in aumento gli acquisti di beni di consumo durevoli (+1,1%) ed energia (+0,9%).

Nell'ultimo trimestre mobile (ottobre-dicembre 2019), la dinamica congiunturale delle esportazioni verso i paesi extra Ue risulta positiva (+1,8%) ed e' trainata dal marcato aumento dei beni strumentali (+7,2%) mentre i restanti raggruppamenti principali di industrie sono in diminuzione. Nello stesso periodo, per le importazioni, si rileva un ampio calo congiunturale (-4,4%), imputabile principalmente a energia (-8,2%), beni strumentali (-4,2%) e beni intermedi (-4,0%). Gli acquisti di beni di consumo durevoli sono invece in aumento (+4,1%).


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