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Politica

Belt&Road: aumento record delle adesioni nel 2018 in 4 continenti

Dopo Asia, Africa e America Latina, la campagna della Cina sul progetto di cooperazione per far crescere l'economia mondiale è arrivata anche in Europa dove hanno aderito all'iniziativa Austria, Grecia, Malta e Portogallo. Nel complesso il numero totale di paesi che hanno stretto accordi con la Cina è salito a 122


28/01/2019 18:01
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Sono sei le direzioni geografiche, a partire dalla Cina, lungo le quali si sono sviluppate la maggiori iniziative legate alla Belt & Road nel corso ddell'anno passato.

A nord la costruzione del corridoio economico tra Cina, Mongolia e Russia ha accelerato dopo che nel maggio 2018 Cina e l’Unione Economica Eurasiatica, che unisce Russia, Bielorussia, Mongolia e kazakistan più un paio di paesi minori in un'area dio libero scambio,hanno sottoscritto in via ufficiale un accordo di cooperazione commerciale ed economica.

La cooperazione più stretta tra Cina e Russia, in particllare, ha generato una crescita dei volumi degli scambi bilaterali del 27,1%, che hanno raggiunto il record di 107,06 miliardi di dollari americani, la crescita maggiore sperimentata dalla Cina  ccon uno dei suoi 10 maggiori partner commerciali.

Cina e la Russia hanno anche cominciato a collaborare per l’implementazione di alcuni importanti progetti infrastrutturali. All’inizio del 2018 i due paesi hanno reso operativo a livello commerciale un oleodotto, mentre alla fine dell’anno la Yamal LNG ha commissionato ufficialmente la sua terza ed ultima linea di produzione, raggiungendo la capacità massima.

Per quanto riguarda la Mongolia, nel 2018 sono entrate in vigore le politiche introdotte nel novembre 2017 volte a facilitare il rilascio di visti legati alla Belt & Road, un segnale chiaro di come il governo intende muoversi aull'argomento.

A sudovest, la firma di un memorandum d’intesa tra Birmania e Cina per la creazione di un corridoio economico (Cmec) ha costituito un altro importante passaggio nei rapporti interregionali. Il Cmec ha il suo punto di inizio a nord, nella provincia cinese dello Yunnan, e procederà a syd verso la città di Mandalay, nella Birmania centrale per poi dirigersi a est e puntare la nuova città di Yangon, e infine ad ovest, fino a toccare la zona economica speciale di Kyaukpyu.

La Cina potrà dunque esportare in Birmania le sue competenze in materia di sviluppo delle infrastrutture e dunque supportare lo sviluppo economico il paese.

A ovest il governo del Pakistan ha parlato del corridoio economico con la Cina (Cpec) come di una «priorità nazionale». Si conta infatti che, tra i 10 progetti già completati e i 12 ancora in corso nelle quattro maggiori aree di cooperazione, il Pakistan sia riuscito a creare 70.000 nuovi posti di lavoro, e che il Cpec abbia contribuito tra 1 e 2 % alla crescita economica annuale del paese. Oltretutto, nel novembre del 2018 è stato inaugurato il primo servizio di collegamento via autobus tra la Cina e il Pakistan, estremamente popolare tra i residenti vicini al confine di entrambi i paesi.

A sud, il cosiddetto Southern Transport Corridor (Corridoio meridionale per i trasporti) introdotto dalla Cina e da Singapore ha cambiato ufficialmente nome in New International Land-Sea Trade Corridor (Nuovo corridoio commerciale internazionale mare-terra): è una via commerciale che connette 155 porti e 71 paesi e regioni in tutto il mondo, favorendo l’interconnessione della Nuova via della seta e della Via della seta marittima.

All’est, il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha espresso la forte volontà del suo paese di prendere parte alla costruzione della Belt & Road, durante la recente visita di stato a pechino, la prima in sette anni per un capo di stato giapponese. Abe ha sepressoi l'interesse ad esplorare attivamente le possibilità di cooperare con la Cina verso i mercati terzi con l'obiettivo di ottenere ottenere benefit condivisi.

Per quanto riguarda i vicini di mare, tanto la Cambogia quanto l’Indonesia hanno già sottoscritto i patti di cooperazione sullo schena Belt & Road con la Cina. Tra l'alyto il progetto indonesiano del Global Maritime Fulcrum ha molti punti in comune con la Belt & Road Initiative.

Nel complesso l'anno scorso sono stati più di 60 i paesi, distribuiti tra l’Asia, l’Africa, l’Oceania, l’Europa e l’America Latina ad aver sottoscritto l’iniziativa, facendo salire a 122 nazioni e 29 organizzazioni internazionali che hanno firmato patti di cooperazione intergovernativa.

In Europa, l'Austria è stata la prima nazione a firmare un accordo in questo senso con la Cina, seguita da Grecia, Malta e Portogallo, Indocando che la cerchai di amici della Belt and Road si sta considerevolmente allargando.

L'iniziativa cinese ha coinvolto molti altri paesi anche in America Latina e Africa.

In gennaio 2018 la Cina e la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac) hanno inviato il primo forte segnale di apertura del mondo latinoamericano alla partecipazione nella costruzione della Belt and Road Initiative. I paesi membri del Celac guardano all’accordo con la Cina come a un’eccellente opportunità di sviluppo congiunto, che sperano di veder culminare in un miglioramento delle infrastrutture, degli scambi e delle relazioni interpersonali a livello mondiale.

La cerchia di amici include ora più di una dozzina di paesi dell’America Latina, tra cui Cile, Uruguay, Venezuela, Bolivia e Ecuador. La Cina ha inoltre firmato un memorandum d’intesa (MI) con Trinidad e Tobago, il suo più grande partner commerciale dell’area; è il primo accordo di questo tipo nel contesto della Belt and Road Initiative che sottoscrive nelle Isole dei Caraibi.

Infine l’Africa: il bilancio 2018 e le prospettive sono state tirate al summit del Forum on China-Africa Cooperation (Focac) partecipato da 28 paesi africani con cui la Commissione dell’unione africana ha aggiunto le proprie firme all’accordo di cooperazione B&R. I paesi afreicani che hanno sottoscritto accori sono attualmente 37, un traguardo storico.

 


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