Nel corso della settimana è attesa la decisione del presidente Usa, Joe Biden, sulla revoca di alcuni dazi dell'era Trump contro beni cinesi, come abbigliamento e materiale scolastico. L'ufficio della rappresentante commerciale degli Stati Uniti (Ustr) sta conducendo una revisione quadriennale obbligatoria delle tariffe. Il periodo di commento per le imprese e altri attori che hanno beneficiato delle tariffe si chiuderà oggi, dando così all'amministrazione l'opportunità di calibrare la propria politica cercando di trovare un equilibrio tra il contenimento dell'inflazione e la necessità di mantenere la pressione economica sulla Cina.
È in questo contesto che il vicepremier cinese, Liu He, ha tenuto una videochiamata con la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, concentrata su questioni economiche, tra cui la situazione macroeconomica e delle catene industriali e di approvvigionamento globali, secondo quanto ha riferito l'agenzia di stampa statale cinese Xinhua, definendo i colloqui "costruttivi".
La parte cinese ha anche espresso preoccupazione per le tariffe e le sanzioni statunitensi imposte contro la Cina, nonchè per il trattamento equo delle società cinesi. Sia Washington che Pechino ritengono che l'economia globale stia affrontando gravi sfide e che sia importante rafforzare la comunicazione e il coordinamento tra i due Paesi, secondo Xinhua.
È vantaggioso per la Cina, gli Usa e il mondo mantenere stabili catene industriali e di approvvigionamento globali, ha insistito l'agenzia, sottolineando che entrambe le parti hanno concordato di continuare a portare avanti il dialogo e la comunicazione.
Possibili passi includono l'aumento delle tariffe su articoli strategici come macchinari industriali e attrezzature per il trasporto, riducendo al contempo i dazi sui beni di consumo. Gli Stati Uniti potrebbero anche avviare una nuova indagine ai sensi della Sezione 301 del Trade Act incentrata sui sussidi industriali cinesi sugli articoli high-tech, una politica che l'Ustr sta preparando da mesi, secondo quanto riportato in precedenza dal Wall Street Journal. Tale politica potrebbe portare a tariffe su una nuova serie di prodotti.
Tra i fautori dell'allentamento dei dazi c'è la segretaria al Tesoro Usa, che ha definito le tariffe un freno per l'economia, dicendo che l'amministrazione sta cercando modi per riconfigurarle in modo da frenare l'inflazione. Yellen ha anche affermato che alcuni dei dazi ereditati da Trump non sono strategici e non affrontano le pratiche commerciali sleali della Cina. «Riconfigurare alcune di queste tariffe in modo che abbiano più senso e ridurre gli oneri inutili è qualcosa che è in fase di valutazione», ha detto Yellen in un'intervista con Abc News del 19 giugno.
La Cina ha a lungo fatto pressione sugli Stati Uniti affinché allentassero le tariffe, sostenendo che danneggiano entrambi i Paesi. "Con i tassi di inflazione elevati in tutto il mondo, gli Usa devono revocare tutte le tariffe aggiuntive imposte alla Cina, poichè ciò servirà gli interessi delle imprese e dei consumatori e andrà a beneficio sia dei Paesi che del mondo in generale", ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin.
Come arma principale della sua guerra commerciale con la Cina, l'ex presidente Usa Donald Trump ha imposto tariffe comprese tra il 7,5% e il 25% sulle importazioni cinesi per un valore di circa 370 miliardi di dollari in quattro round tra luglio 2018 e settembre 2019. (riproduzione riservata)