Sulle prospettive future della Cina, interne e nel contesto internazionale, di cui si è discusso nella recente edizione dell’Asia Forum di Boao, la Davos asiatica, aperta anche quest'anno da un intervento del presidente Xi Jinping, vale la pena di scomodare la lezione di Matteo Ricci, il grande gesuita italiano e l’unico straniero a giungere alla corte dell’imperatore, a viverci e essere sepolto à cotè della Citta proibita.
Nel panel di venerdi scorso sul tema “Promote China-Europe cooperation of mutual benefit in the post Covid-19 era”, l'ha richiamata Paolo Borzatta, uno degli strateghi di Ambrosetti, che è riuscito, come negli anni passati, a rappresentare, nelle attività del Forum, la significativa presenza italiana con gruppi di imprenditori e Think Tank, purtroppo solo con interventi online.
Paolo Borzatta ha focalizzato il proprio intervento sulla creazione di un epicentro geografico, politico e commerciale negli Stati dell’Asia centrale. Il titolo del panel era comunque indicativo di una situazione in fieri che dovrebbe prendere forma nel momento in cui la cosiddetta normalità del dopo Covid permetterebbe una ripresa delle relazioni economiche e degli investimenti. Infatti Borzatta ha suggerito una possibile cooperazione tra Unione Europea e Cina con le finalità di realizzare progetti comuni nell’Asia centrale.
Il concetto geografico di Eurasia non è nuovo a Boao: già nelle precedenti edizioni si trattava di questa naturale coicidenza territoriale dove i confini, come nell’antichità, si permeavano l’uno con l’altro a seguito di conquiste o di rinunce, partendo dalla Cina ed attraversando i nuovi stati dell’Asia centrale per congiungersi con la Russia e l’Europa.
A questo proposito Zhao Ai, Deputy President China Society of Economic Reform (CSER), ha ricordato che oltre mille treni al mese hanno attraversato i due continenti nello scorso anno e che in prospettiva questo numero dovrebbe essere in crescita.
Secondo China Railway implementando il numero dei treni sino a cinquantamila si potrebbe ricostituire la catena di approvvigionamento tra Europa e Cina. Esistono poi, nel non detto, i colli di bottiglia come i diversi scartamenti ferroviari tra uno Stato e l’altro e le pratiche sanitarie che ne rallentano l’operatività.
Rimane fermo il concetto che tra Europa e Cina la ferrovia è il modo più semplice per attraversare i due continenti trasportando merci, anche se questa possibilità è ora rallentata dalla guerra in Ucraina che si aggiunge al lockdown di Shanghai e di altre città cinesi con una consistente riduzione dei traffici commerciali e dei consumi, che penalizzano le catene di fornitura in Europa.
Inoltre se è vero che i quindicimila treni hanno trasportato un milione di Teus (equivalente container di 20’), il traffico complessivo marittimo tra Europa e Cina nelle due direzioni nel 2021 è stato di oltre 24 milioni di Teus.
Come nel gioco cinese del Go i due contendenti dovranno assumere una posizione intelligentemente forte che dal momento della sottoscrizione dell’accordo Cina-Eu del dicembre 2020 non ha visto miglioramenti.
Borzatta ha anche preannunciato che la sua società sta lavorando ad un Report strategico sulla politica estera e sulla difesa comune europea che verrà presentato a Cernobbio nella prossima edizione del workshop Ambrosetti.
Questo Report rappresenterà il background ideale per ragionare su parametri comuni dell’Unione Europea per riparare agli errori e alle mancate prese di posizione del passato, dal momento che la Cina è un mercato strategicamente rilevante per le imprese europee, come è stato sottolineato da tutti gli speaker europei.
Sia Horst Lochel, professore della Frankfurt School of Finance & Management, che ha ricordato gli investimenti europei in Cina tra cui il terzo stabilimento di BASF, recentemente ultimato, quale rimedio alla saturazione del mercato europeo, sia Florence Verzelen, Vice President di Dassault Systemes, che ha elencato i successi economici nel collaborare con il sistema ospedaliero cinese, hanno escluso un futuro senza Cina.
In questa edizione tutti i panel vertevano sulle grandi tematiche d'attualità, Covid, possibile recessione, decarbonizzazione e cooperazione multilaterale, che come un fiume in piena si sono incanalate lungo le direttrici espresse dal Presidente Xi Jinping nel suo discorso di apertura incardinato su due temi non nuovi, l’indivisibilità della sicurezza mondiale e il multilateralismo, ma messi a fuoco in un’ottica diversa dal passato.
Come testimoniava Matteo Ricci, dovremo immaginare scenari diversi sul come operare in futuro in Cina rivedendo le nostre posizioni ma, nel contempo dovremo anche a livello europeo ripensare l'Europa con una nuova fisionomia intellettuale.
Più recentemente Altiero Spinelli scriveva a Ernesto Rossi durante il confino negli anni '40: “La via da percorrere non è facile, nè sicura. Ma deve essere percorsa e lo sarà”. Parole inequivocabili che erano diventate parte integrante del Manifesto di Ventotene. Attualizzarle potrebbe essere un buon viatico. (riproduzione riservata)
*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni