“Nel 2022, nonostante livelli di crescita e di domanda cinesi ben al di sotto del potenziale, le esportazioni italiane in Cina hanno raggiunto la cifra di 16,4 miliardi di euro”.
È uno degli spunti offerti dal ministro consigliere Emanuele di Lorenzo Badia, incaricato d'affari dell'Ambasciata d’Italia a Pechino in occasione dell'assemblea generale della Camera di commercio italiana in Cina.
La riunione assembleare è stata aperta dal Presidente Ccic Paolo Bazzoni. “È il livello massimo mai registrato nelle serie storiche dei dati Istat. La Cina si è quindi confermata tra le prime 10 destinazioni del nostro export a livello globale, primo mercato in Asia, e secondo tra i Paesi extra europei dopo gli Stati Uniti”, ha aggiunto Badia.
L’aumento delle esportazioni resta un obiettivo prioritario dell’attività promozionale dell’Italia. Evento chiave in tal senso sarà la China International Consumer Products Expo, quest’anno alla sua terza edizione. A tal proposito, il Ministro Consigliere Emanuele di Lorenzo Badia ha ribadito l’importanza attribuita dal Governo italiano alla fiera, come anche l’impegno profuso ai fini della promozione dell’eccellenza del Made in Italy e della valorizzazione dell’operato delle aziende italiane in Cina. La Expo di Hainan – il principale evento fieristico cinese del settore – è in programma quest’anno dall’11 al 15 aprile nella provincia insulare omonima della Cina meridionale, e vede l’Italia partecipare in qualità di Paese ospite d’onore.
Al tema dell’incremento delle esportazioni ha fatto cenno anche il Presidente di Assocamerestero Mario Pozza, il quale ha sottolineato l'importante ruolo ricoperto in tal senso dalle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Ma non è la sola funzione cui sono chiamate nell’ambito del Sistema Paese. Le Ccic e il Sistema camerale italiano nel suo complesso – ha rimarcato il Presidente Pozza – costituiscono anche un prezioso strumento per la promozione degli investimenti nel nostro Paese, in una logica di sviluppo e promozione del territorio che punti a far ritornare l’Italia protagonista nell’economia mondiale, lavorando sempre in stretta sinergia con Ambasciate, Consolati, Ice e Sace.
Al termine dei saluti di benvenuto, il Presidente Paolo Bazzoni ha poi sintetizzato nella sua relazione annuale ai Soci i risultati e gli obiettivi raggiunti dalla Camera di Commercio Italiana in Cina nell’ultimo triennio e tracciato le linee strategiche che guideranno l’operato della Ccic nel corso del 2023.
“Sono trascorsi tre anni dalla mia nomina a Presidente della Ccic, tre anni di intenso lavoro sul campo, in una situazione generale e al contorno estremamente difficile e, specialmente nel 2022, assai limitante per lo svolgimento delle nostre attività e iniziative sui territori” ha spiegato Bazzoni.
“Nonostante ciò, le chiare linee strategiche definite dal Consiglio Direttivo hanno indirizzato il motore ‘aziendale’ della gestione operativa, di governance e di sviluppo territoriale, permettendoci di raggiungere risultati importanti e visibili, e di garantire un servizio e un supporto alle nostre imprese concreto, efficace ed esteso sul territorio. In questo modo, la Ccic è potuta diventare un riferimento tanto in Cina quanto in Italia, sia con le controparti cinesi che con i nostri partner di riferimento sul territorio italiano, quali Assocamerestero, Confindustria, le Regioni, le Agenzie di promozione all’export e Unioncamere, il tutto sempre in piena sinergia con le istituzioni (Ambasciata, Consolati Generali, Ice)”.
Bazzoni si è poi soffermato sull’importanza di fare rete. “La dimensione della base associativa è fondamentale per garantire autorevolezza e rappresentatività, e generare conseguentemente azioni efficaci a favore delle nostre imprese in Cina e in Italia. La crescita importante e significativa avvenuta nell’ultimo triennio (+98,6%), confermatasi nel 2022, su un 2021 già record, dimostra che il nostro lavoro, i nostri servizi, sono stati apprezzati”.
Permane dunque l’obiettivo strategico di consolidamento della base associativa su uno zoccolo di 800 membri, composto per un 80% da Soci italiani (aziende e imprenditori) e per la parte restante da aziende e partner cinesi. (riproduzione riservata)