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Politica

Cina, anche durante la Golden Week calano i consumi pro-capite

I cinesi viaggiano di più ma tendono a spendere meno durante le loro vacanze, dicono i dati del Ministero della Cultura e del Turismo. Tuttavia alcuni analisti vedono segni di miglioramento nei consumi di lusso per il quarto trimestre. In controtendenza Rolex apre un negozio per la vendita diretta a Shanghai


11/10/2024 17:05

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale

La situazione dei consumi nel mercato cinese appare ancora difficile, ma la Golden week ha fornito alcuni segnali che gli analisti ritengono «incoraggianti». Nella tradizionale settimana di vacanza nazionale, che quest'anno si è svolta tra il 1° e il 7 ottobre, i viaggi interni e la spesa totale per i viaggi hanno infatti superato i livelli dello scorso anno.

L'aumento, tuttavia, non è andato di pari passi con la spesa pro capite, rimasta ancora al di sotto dei livelli pre-Covid. A rivelarlo sono i dati condivisi dal Ministero della cultura e del turismo cinese, che mostrano come siano stati effettuati 765 milioni di viaggi interni in tutto il Paese, con un aumento del 5,9% su base annua.

La spesa turistica nazionale ha raggiunto i 99,3 miliardi di dollari, con un aumento del 6,3%. Tuttavia, la spesa pro capite rimane inferiore del 2% rispetto al 2019 e la spesa media è aumentata solo dello 0,38% anno su anno, rimanendo sostanzialmente invariata.

«I cinesi hanno dimostrato un forte desiderio di viaggiare, ma tendono a spendere meno durante le loro vacanze», ha notato Mediobanca commentando i dati. La recente Golden week avrebbe comunque fornito «alcuni segnali incoraggianti», secondo gli analisti di Equita, «a supporto di un leggero miglioramento dei trend di settore nel quarto trimestre».

E questa è una notizia positiva per il comparto dei beni di lusso. «Pensiamo che il nuovo pacchetto di stimoli, seppur ancora incerto nella portata e nei tempi, possa migliorare il sentiment e generare un effetto ricchezza positivo che potrà progressivamente creare un contesto più favorevole per i consumi del lusso», spiegano gli esperti, le cui stime sul settore sono del 2% sotto il consensus in media per il terzo trimestre, dell'1% sotto per il 2024 e 2025, con crescite 2025 simili.

«Il settore tratta a 21,6x il pe 2025, non lontano dalla media storica a 10 anni (23x, escludendo il 2020), e con un premio del 60% circa rispetto allo Stoxx 600, in linea con la media storica a dieci anni», prosegue Equita riferendosi a un portafoglio di titoli del settore. «In vista di una reporting season difficile sul terzo trimestre e in attesa di maggiori dettagli sul piano di stimoli in Cina, queste valutazioni non ci sembrano particolarmente attraenti. Tuttavia confermiamo la nostra preferenza per Moncler e Prada, che offrono valutazioni relativamente più attraenti con driver di crescita company specific e un buon posizionamento in Cina», hanno concluso gli analisti del broker.

In ogni caso le valutazioni degli analisti non sembrano aver impensierito i manager di Rolex, forse il più famoso e conosciuto brand dell'orologeria svizzera che inizierà a vendere direttamente alla clientela cinese nel centro commerciale Hkri Taikoo Hui, a Shanghai. Secondo Jing Daily, il brand svizzero che finora si è affidato a rivenditori autorizzati intende così rafforzare la propria strategia sul mercato cinese. La boutique sarà gestita da Bucherer group, uno dei più grandi e importanti rivenditori multibrand di alta orologeria al mondo, acquisito da Rolex nel 2023.

Sarà così possibile per la maison concentrarsi maggiormente sulla customer experience e sullo storytelling all’interno del competitivo mercato del lusso cinese. Una sezione al secondo piano ospiterà modelli pre-owned ufficialmente autorizzati dalla casa madre per rispondere così alla crescente domanda dei consumatori di sostenibilità e di resale di articoli di lusso certificati.

L’apertura di questa boutique avviene in un momento difficile per le esportazioni di orologi svizzeri. Nei primi sette mesi dell’anno, l’industria di segnatempo preziosi ha registrato vendite in calo del 2,4%, percentuale che sale al 21,6% su base annua per l’export in Cina. (riproduzione riservata)

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