L’azione propedeutica del Governo cinese, iniziata una settimana prima dalla celebrazione del 75° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare cinese, sta offrendo agli investitori e alla platea mondiale un principio di successo che va a sommarsi ai risultati economici del terzo trimestre, pubblicati venerdì scorso.
La eco su tutta la stampa internazionale ha avuto un risvolto positivo, al di là del commento analitico sul Pil al 4,6% inferiore al target del 5% ma leggermente superiore a quanto stimato dagli analisti, ha focalizzato l’attenzione sul dato dei consumi con un 3,2% conseguito a settembre e su un 5,4% dell’output produttivo migliore del 4,5% conseguito ad agosto.
Il mercato azionario, già prima della prolungata chiusura per le feste della Repubblica, aveva manifestato segnali di risveglio che, seppur con un movimento ondivago, risultavano complessivamente positivi sia nella borsa di Shanghai e Shenzhen sia in quella di Hong Kong.
Nei prossimi due mesi si disveleranno le ultime iniziative di intervento governativo per l’anno in corso che dovrebbero rappresentare il contraltare delle reazioni degli investitori e dei consumatori di cui andrà misurata la loro predisposizione alla spesa.
Uno dei provvedimenti è entrato subitaneo nella giornata di oggi ed è relativo alla diminuzione dei tassi per acquisti immobiliari, settore che rimane ancora fortemente penalizzato (negativo del 10,1% rispetto al trimestre precedente) così come la tanto discussa sovracapacità produttiva, in parte sopita dalle esportazioni che mantengono una domanda robusta.
Riguardo l’ulteriore riduzione di 25 punti base del Loan Prime Rate (LPR) sui finanziamenti quinquennali per l’acquisto di immobili da 3,85 % al 3,61% e dal 3,35 al 3,10 per quelli annuali occorre considerare che il risparmio mensile non è significativo: per un mutuo pari all'equivalente di 130mila euro il risparmio mensile è di 25 euro spalmato nell’arco della durata del mutuo, ma è il segnale complessivo che va interpretato.
Infatti, a partire dal luglio scorso i tassi sono diminuiti relativamente anche ai prezzi degli immobili; il problema è l’eccesso di offerta sia per i nuovi progetti, riguardo ai quali nelle scorse settimane si sono adottati provvedimenti limitativi nei confronti dei developers o imprese di costruzioni, sia per appartamenti nuovi che di seconda mano.
E’ l’eccesso nel suo significato semantico (eccedere o superare il limite) permea nel contempo la produzione industriale ancorché destinata all’estero. Una delle ragioni la illustra in una recente e lucida intervista Jorg Wuttke, ceo per molti anni di Basf China e former president della Camera Europea in Cina, attualmente partner di DGA Group: «La Cina ha 150mila Soe (State owned enterprise). Nessuno vuole che le unità produttive locali lascino il mercato in quanto troppo subordinate al protezionismo locale».
Lo stesso eccesso caratterizza il mercato immobiliare dove si è ecceduto nel passato mettendo all’asta aree fabbricabili con l’obiettivo di fare cassa per le municipalità e le province. Le anomalie del sistema sono iniziate prima del 2010 e si sono protratte sino alla pandemia del 2019 da cui si sono snodate le prime avvisaglie di una crisi che è giunta con tratti di chiaro scuro sino ai giorni nostri.
Per questa ragione a quanto stanziato nello scorso mese di settembre dalla Banca centrale (PBoC) che aveva lanciato una linea di 71 miliardi di dollari per consentire alle istituzioni finanziarie di utilizzare assets come collaterali per garantire liquidità, da più parti oggi si richiede un ulteriore sforzo per l’anno prossimo.
Il debito stimato per l’anno 2025, inclusi treasury bonds, bonds con finalità specifiche e vendite di debiti per cancellare budgets risultati passivi, dovrebbe essere di 1,67 trilioni di dollari, una cifra imponente per la quale Zhang Bin, vice direttore di CASS, Accademia cinese delle Scienze Sociali di emanazione filogovernativa, sostiene che si possa realizzare.
«Nel passato, ogni aumento della domanda aggregata era inseparabile dall’aumento delle spese del Governo perché è sempre stata una variabile che può cambiare velocemete in breve tempo».
Il tutto nasce da quanto era emerso nel Simposio di maggio tenutosi nella provincia dello Shandong che aveva visto la partecipazione del Presidente Xi Jinping. Rimane implicito che la qualità degli investimenti deve cambiare natura: non solo e non più progetti infrastrutturali ma più azioni chirurgiche di dettaglio con il focus sui bisogni della popolazione per alimentare i consumi che rimane l’obiettivo finale.
In questa cornice forse si arriverà al tanto agognato 5% di aumento del pil a fino anno. Nella numerologia cinese il significato del numero cinque è importante come risulta dalla dottrina Daoista o Libro delle mutazioni: «Cinque è il numero dell’organizzazione della vita intorno a un Centro…Numero di tutte le serie composte sul modello dei cinque elementi». Si può ben comprendere che lo stesso non è da sottovalutare al di là delle aride leggi economiche. (riproduzione riservata)
*presidente di Savino del Bene Shanghai Co. Vive e lavora a Shanghai da 30 anni