L'attività economica della Cina ha mostrato segnali di rallentamento nel mese di ottobre, a causa dei nuovi focolai di Covid-19 e dell'inasprimento delle restrizioni per controllare il virus, che hanno frenato la domanda e la produzione. Le vendite al dettaglio, un indicatore chiave dei consumi interni, sono diminuite dello 0,5% a livello annuale, rispetto all'aumento del 2,5% di settembre e ben al di sotto della crescita dell'1% a/a prevista dagli economisti.
La produzione industriale è, invece, aumentata, sempre a ottobre, del 5% rispetto all'anno scorso, ma rallentando rispetto alla crescita del 6,3% di settembre. Gli economisti si aspettavano invece un balzo del 5,2% a/a.
Gli investimenti fissi sono infine saliti del 5,8% nel periodo gennaio-ottobre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, rispetto a una crescita del 5,9% nei primi nove mesi dell'anno (+5,9% a/a il consenso).
Sul delicato fronte immobiliare, le vendite di case in Cina hanno continuato a diminuire nel periodo gennaio-ottobre, ma a un ritmo più lento rispetto ai primi nove mesi dell'anno, mentre le autorità hanno introdotto ulteriori misure per sostenere il mercato immobiliare.
Le vendite di case, in valore, sono diminuite del 28,2% a livello annuale nei primi 10 mesi dell'anno, rispetto al calo del 28,6% registrato nel periodo gennaio-settembre. Gli investimenti immobiliari sono calati dell'8,8% nel periodo, in peggioramento rispetto alla contrazione dell'8% dei primi nove mesi.
Infine l'avvio di cantieri da parte degli sviluppatori immobiliari, fattore chiave per il sostegno dell'economia, è sceso del 37,8% nel periodo gennaio-ottobre, rispetto alla contrazione del 38% registrata nel periodo gennaio-settembre.
Sulla base di questi ultimi dati, la banca americana Citi prevede che l'economia cinese crescerà del 3,7% nel quarto trimestre, in calo rispetto alla precedente previsione di espansione del 4,6%. Un'impennata dei contagi in inverno dovuti alla variante Omicron del virus potrebbe abbassare ulteriormente la crescita dell'economia, anche con restrizioni pandemiche meno rigide, e le esportazioni cinesi potrebbero rallentare più di quanto temuto a causa delle interruzioni dovute alla pandemia e dei rischi di recessione globale.
"L'impatto delle recenti misure di sostegno al settore immobiliare richiederà tempo per manifestarsi nei dati, e ci stiamo dirigendo verso un vuoto di politica fiscale entro la fine dell'anno". Citi si aspetta che la grande conferenza sull'economia di dicembre ribadisca l'impegno di Pechino per lo sviluppo economico con un piano d'azione concreto per il 2023.
Anche un altro grande gruppo bancario globale, l'inglese Barclays, rimane cauto sugli effetti dell'allentamento delle politiche immobiliari e sul Covid da parte della Cina, evidenziando che non esistono soluzioni rapide per il calo dei consumi e delle abitazioni. Durante la transizione verso la piena apertura, il Paese dovà probabilmente affrontare "un mix di allentamenti graduali, con lockdown a rotazione e tentativi di riapertura più rapidi, seguiti da battute d'arresto con un'impennata dei casi e inversioni di politica", afferma la banca.
Secondo la banca, il pacchetto di salvataggio del Governo contribuirà ad alleviare la crisi di liquidità per gli sviluppatori e a migliorare la fiducia degli acquirenti di case, ma non cambierà le carte in tavola per i piani di acquisto di case e per i piani di investimento degli sviluppatori. Barclays mantiene le sue previsioni di crescita del Pil 2023 al di sotto del consenso, pari al 3,8%. (riproduzione riservata)