Come anticipato ieri da questo notiziario, il Governo cinese ha autorizzato la riapertura di fabbriche e uffici ma, dopo la prima giornata, si confermano quelli che erano le criticità ed i dubbi iniziali già paventati in precedenza.
Solo una minima parte delle aziende fornitrici è stata autorizzata alla riapertura; di conseguenza è impossibile attivare la supply chain domestica per le molte aziende che devono o produrre o assemblare. Ad aggravare questo quadro vi è il sistema trasporti che è assoggettato a procedure particolari.
L’azienda che richiede il servizio deve attivare on line una richiesta a favore del trasportatore il quale, una volta ottenuta la conferma dall’autorità locale, dovrà stampare il documento che verrà vidimato dal cliente all’atto della presa e della consegna. In poche parole è una nuova forma del lasciapassare di stile medioevale di transito tra un feudo ed un altro.
Ma rimane ancora aperta la problematica del personale con vincoli di mobilità da una città all’altra indipendetemente dalle condizioni sanitarie e da una eventuale quarantena assolta.
Ogni Municipalità ha impostato procedure diverse: alcune di esse hanno richiesto una documentazione preventiva e con linee guida di intervento da seguire, accoglievano la richiesta; per altre non occoreva autorizzazione come a Shanghai, fatto salvo alcuni distretti. Questa eccessiva discrezionalità mai utilizzata nel passato, ha provocato, a distanza di centinaia di chilometri una disparità di trattamento senza precedenti.
Negli uffici molte aziende stanno lavorando in remoto ed è necessario rimanere il meno possibile in quanto è preferibile non utilizzare il sistema di condizionamento, portatore di germi, anche perchè dopo due settimane di inattività il sistema di filtraggio è va pulito. Ma senza aria condizionata in uffici dove aperture sull’esterno sono limitate non vi è circolazione dell’aria.
Infine sta emergendo il problema che il virus 2019-nCoV può resistere in vita per nove giorni su casse e cartoni a temperatura ambiente: diventa quindi necessaria nei trasporti locali una disinfestazione con spry idonei. Inoltre è ancora difficole approvigionarsi di maschere per la popolazione e il personale dipendente.
Quanto potrà durare questa situazione se il livello di contenimento non ha ancora dato risultati tangibili? Nessuno può fare previsioni e tutti i documenti e gli studi pubblicati in questi ultimi giorni aggiungono sempre una particella negativa nel mosaico dell’esistenza quotidiana.
Forse può aiutare una piccola riflessione sui corsi storici. In una pubblicazione di qualche anno fa dal titolo “La mappa della Cina del Signor Selden” di Timoty Brook si cita il Trattato di Tordesillas, stipulato nel 1494 dalle due nazioni marattime emergenti, Spagna e Portogallo, con la benedizione papale, sulla spartizione delle acque marittime e conseguentemente dei territori limitrofi inclusa la terra nullius. L'obbiettivo era prevenire conflitti futuri tra le due potenze e porre in seguito le basi per la futura legislazione marittima.
Oggi, al cospetto di una globalizzazione conclamata e sperimentata per quasi un ventennio ci troviamo di fronte ancora una volta ad una divisione ideale tra la Cina e praticamente il resto del mondo a causa dell’insorgenza dell’epidemia del coronavirus a dimostrazione che le sole leggi economiche non sono il collante della società.
* managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni