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Politica

Cina, possono tornare i residenti permanenti, italiani compresi

La Cina si sta comunque muovendo per rimuovere alcune delle limitazioni al ritorno degli stranieri con permesso permanente e di lavoro. La notizia arriva da una nota pubblica sul sito dell’ambasciata cinese in Danimarca.


12/08/2020 13:29

di Mauro Romano - Class Editori

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Manca ancora l’ufficialità. Pechino si sta comunque muovendo per rimuovere alcune delle limitazioni al ritorno degli stranieri con permesso permanente e di lavoro. La notizia arriva da una nota pubblica sul sito dell’ambasciata cinese in Danimarca. E l’alleggerimento delle restrizioni, secondo la lista dei Paesi pubblicata dalla rappresentanza a Copenhagen, interesserà anche l’Italia.

Secondo quanto riporta l’annuncio, Pechino permetterà agli interessati di fare domanda gratis per il visto in ogni ambasciata o consolato. Una volta tornati in Cina, gli stranieri dovranno poi sottostare alle regole di contenimento della pandemia.

Oltre all’Italia e alla Danimarca la lista include tutti i Paesi dell’Europa a 27, la Svizzera, il Regno Unito, la Norvegia, diversi Paesi Balcanici e l’Islanda.

I problemi nel far rientrare i propri dipendenti dall'estero, a causa delle restrizioni imposte per contenere l'emergenza Covid è stato sollevato di recente da un sondaggio della Camera di commercio Ue nella Repubblica popolare

In termini pratici le difficoltà con il personale costretto fuori dalla Cina si possono quantificare in un 40% di vendite in meno e in un calo del fatturato attorno al 30%. Non sono quindi sufficienti gli incentivi messi a disposizione dell'amministrazione dell'hub finanziario.

Le restrizioni prevedono alcune corsie preferenziali ad esempio per Singapore, Corea del Sud, Germania. Anche l'Italia, attraverso il lavoro dell'ambasciata a Pechino e della Camera di Commercio ha messo in piedi un'Operazione Rientro con il sostegno della compagnia aerea Neos. Il 31 luglio è atterrato a Tianjin un volo on a bordo 271 tra imprenditori e maestranze di società italiane in Cina. Prima di rimettersi a pieno in attività dovranno trascorre i 14 giorni di quarantena richiesti dalla Repubblica popolare. 

Già a inizio luglio un primo charter era atterrato con a bordo 144 passeggeri italiani che avevano necessità di rientrare in Cina, nonostante i collegamenti diretti tra i due paesi siano ufficialmente sospesi e le difficoltà di ottenere i visti di ingresso. Tra le procedure propedeutiche per la partenza del volo charter c'era anche il tampone per Covid-19 obbligatorio per tutti i passeggeri. (riproduzione riservata)


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